? Cade in questi giorni l'anniversario della morte di Michele Topa: non importa se, da quella data, siano trascorsi sei anni o un secolo, l'importante ? serbarne il ricordo, perch? per i neoborbonici, per i tradizionalisti, per i meridionalisti, insomma per tutti quelli che non accettano passivamente la storiografia ufficiale e stentorea del cosiddetto risorgimento, quello di Michele Topa ? un nome da tenere sempre a mente. Fu lui, infatti, coi suoi scritti, affiancandosi a Carlo Alianello, a cominciare finalmente a smuovere la coltre di menzogne storiche che coprivano un sud "arretrato" e "misero" e, perci?, "liberato" dai fratelli d'Italia. Nelle pagine dei suoi scritti Cos? finirono i Borbone a Napoli, prima e, poi, in quelle de I Briganti di Sua Maest?, come tanti altri, cominciai a rendermi veramente conto di come stavano effettivamente le cose traendo da esse quella determinazione che, ancora oggi, mi fa perseverare nella ricerca storica a cui mi sono dedicato. Dieci anni fa ebbi la fortuna di conoscerlo di persona: viveva in Germania e l?, ora, riposa, nel piccolo cimitero di un paesino dell'estremo lembo settentrionale di Baviera, la stessa terra di Maria Sofia, ultima eroica Regina del Regno delle Due Sicilie. Sar? un caso? Non lo so. So solo che ogni anno, passando per Schwebheim, vado a rendere omaggio alla sua tomba. Non porto fiori, perch?, attorno, sul prato sovrastante, vi crescono spontaneamente. Due anni fa, per?, ho voluto deporvi una bandiera, la bandiera del Regno delle Due Sicilie, quella stessa bandiera biancogigliata che, insieme con tante altre, il 15 marzo del 2003, aveva sventolato davanti al duomo di Napoli per impedire che gli ultimi discendenti dei savoia vi entrassero. Doveva essere proprio quella bandiera perch?, se essa era tornata a garrire sotto il cielo di Napoli, quale simbolo di ritrovata coscienza storica e meridionalista, lo dovevamo anche e soprattutto a Lui, a Michele Topa. Erminio de Biase 
Tomba di Michele Topa ? |