La prima
picconata dell’anno al centocinquantenario della conquista settentrionale del
Regno delle Due Sicilie, chiamata ad arte , la
sferriamo nel campo strettamente scientifico e quindi obiettivamente buono per
tutti, volenti o nolenti.
Già il best seller Terroni contiene i risultati dell’inchiesta di due ricercatori
che smentiscono l’esistenza della famosa questione meridionale nel 1860 (cfr.Daniele,
V. and Malanima, P. (2007), "Il prodotto delle regioni e il divario
Nord-Sud in Italia (1861-2004),” Rivista
di politica economica, 97,
nos. 3-4, pp. 267-315)[allegato il grafico che dimostra l'inesistenza della questione meridionale al 1860]. Più recentemente altri due ricercatori sono riusciti a far pubblicare un loro studio sull’argomento
addirittura dalla Banca d’Italia (cfr.Stefano
Fenoaltea e Carlo Ciccarelli :Through the Magnifying Glass: Provincial Aspects
of industrial Growth in Post-Unification Italy, pag.22.Quaderni di Storia
Economica di Bankitalia”, n. 4, luglio 2010) . Essi affermano così
esplicitamente: “L’arretratezza industriale del Sud, evidente già all’inizio
della prima guerra mondiale non è un’eredità dell’Italia pre-unitaria». L’ultima,
ipocrita e vana difesa del sistema ha consentito la pubblicazione solo in
inglese (e in sordina) sperando di decimare i lettori. Il fatto però resta,
consultabile anche se non agevolmente, e dimostra ancora una volta la nostra
floridezza al tempo dei Borbone. Grazie Italia per averci ridotti come siamo
oggi, meritevoli di incassare tutti gli improperi e le ingiustizie che da 150
anni ci piovono addosso!
V.G.
link banca d'Italia
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/pubsto/quastoeco/quadsto_04/Quaderno_storia_economica_4.pdf
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