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LE PAROLE DI UN VERO AMICO |
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Siate
ancora più napoletani di quanto siate mai stati. È l’unico modo per vincere una
partita che gli altri stanno giocando con carte truccate. Siate napoletani e
non fatevi sommergere dalle menzogne che sono peggiori della monnezza. Napoli
si salverà dall’Italia solo ridendo dei bunga-bunghisti. Queste le bellissime parole di un vero amico di Napoli pubblicate su Il Mattino del 3-11-10 (p.34) in allegato. Ringraziamo
Jean-Noël
Schifano per tutto quello che fa per la nostra civiltà e lo rassicuriamo: SAREMO PIU' CHE MAI NAPOLETANI SINO ALLA VITTORIA!
È appena uscito dallo studio di registrazione di France
Culture, dove s’è parlato dell’Italia e della monnezza e lui, Jean-Noel
Schifano, s’è fatto in quattro per spiegare che Napoli non va lasciata sola,
che va amata. Lo scrittore francese ha scritto numerosi libri su Napoli, ama
firmarsi Civis Neapolitanus e al Sud ha dedicato anche l’ultima sua opera, «Le
vent noir ne voit pa où il va») uscita in Francia il 5 maggio («L’anniversario
della partenza dei Mille, una sciagura nazionale»). Schifano vorrebbe pure
provarci a mettere tra parentesi la tragedia dei rifiuti napoletani, ma non ci
riesce è più forte di lui. E la curiosità nella sua Parigi è sempre alta. E gli
tocca sfogarsi, con l’irruenza che gli è abituale. «Quando il sangue dei napoletani
scorre sul Vesuvio, la situazione è allarmante» esordisce amaro. Be’, adesso
scorre anche più a Nord, a Giugliano... «Lo so, lo so. Quello che hanno fatto
nelle campagne tra Caserta, Castelvolturno e Napoli, è il Ground Zero della
storia contemporanea dell’Italia, che ormai possiamo ribattezzare come il
Brutto Paese». Che impressione le fanno i cumuli di monnezza che stanno
imbrattando di nuovo la «sua» Napoli? «Una grande dolore. Ma trovo ancora
peggiore la frase di Bertolaso per il quale ”l’eruzione del Vesuvio non sarebbe
una tragedia”. Ha mostrato il disprezzo del bravo leghista e la suprema
inciviltà del capo della Protezione civile. Voglio neronizzare Napoli e tutta
la Campania con la monnezza. Odiano Napoli per la sua trimillenaria intelligenza,
per la sua civiltà. Così la sfruttano, come l’hanno sfruttata in questi 150
anni di Unità». È diventato, per caso, un leghista del Sud? «Per niente. La
Lega è razzista. I napoletani, invece, sono stati gli unici nel mondo cattolico
a rifiutare l’Inquisizione e non hanno mai costruito ghetti per gli ebrei. E
ora non ne possono più. È come se fosse resuscitato il generale Bixio e volesse
bruciare vivi i nuovi briganti, contadini, operai, studenti, professionisti e
artigiani del ventunesimo secolo. Ma Napoli, la sua terra e il suo vulcano,
tormentati, violentati e straziati, resisteranno con tutte le forze. Questa
gente è ancora lì, al potere, perché Napoli e il Sud non hanno ancora trovato
il tempo di civilizzare il Nord dell’Italia». Lei ama giocare con i paradossi.
«Possiamo anche chiamarli paradossi, ma non è così». Sogni, magari speranze.
«Io ragiono sulla Storia, fuori dagli schemi imposti dagli altri. E dico che
tutti i mali di Napoli nascono a Roma. In un secolo e mezzo hanno fatto di
tutto per trasformare la grande capitale che nei secoli è stata Napoli in una
città-bonsai, privandola di banche, ferrovie, cantieri navali e opere d’arte.
L’hanno trasformata in una città assistita da tenere al guinzaglio. E ora gli
lasciano la monnezza, dopo che gli hanno portato per decenni i rifiuti tossici
delle fabbriche del Nord». Ma, in tutto questo caos, i napoletani non hanno
nessuna responsabilità? «I napoletani oggi sono più vittime che mai. E meno
male che hanno cominciato a ribellarsi. Non ne possono più e anche chi, come
me, ora ama Napoli non ne può più». Cosa pensano i francesi di questa nuova
tragedia dei rifiuti? «Non capiscono niente. Vedono solo il lato burattinesco
di Berlusconi. E si sono convinti che l’Italia sia un paese poco serio». E
magari non verranno più a Napoli. «Verranno, verranno ancora. I voli
Parigi-Napoli sono sempre pieni. Per i francesi la bellezza di Napoli sono i
napoletani e non il suo paesaggio». Magari vengono a scattare foto dei cumuli
di monnezza. Un turismo in cerca dell’oleografia nera. «Non è così. I francesi
sono troppo tirchi per buttare soldi per andare a visitare luoghi brutti. Avete
un patrimonio culturale e umano invidiato in tutto il mondo» Ma non è, come al
solito, troppo benevolo. «Dovete smetterla di ingiuriarvi da soli». Rivolga un
appello ai napoletani, allora. «Siate ancora più napoletani di quanto siate mai
stati. È l’unico modo per vincere una partita che gli altri stanno giocando con
carte truccate. Siate napoletani e non fatevi sommergere dalle menzogne che sono
peggiori della monnezza. Napoli si salverà dall’Italia solo ridendo dei
bunga-bunghisti».
Pietro Treccagnoli
Link
di riferimento
http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/sfoglia.php?pbk=1&Date=20101103&Edition=NAZIONALE&Section=NAZIONALE&Number=34&vis=G
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