Venerdì 24 settembre due importanti appuntamenti a Napoli.
Ore 10
: presso Palazzo San Giacomo
manifestazione per salvare il centro storico dell'antica capitale del Regno
delle Due Sicilie. Ore 18: al FNAC al Vomero (via Luca Giordano) presentazione dell'ultimo libro di Gigi Di Fiore GLI ULTIMI GIORNI DI GAETA
seguono i dettagli
Salviamo
il centro storico di Napoli
Venerdì 24 Settembre 2010, ore 10:00, Piazza Municipio – ingresso Palazzo “San
Giacomo”: sit-in per il centro storico.
La città di Napoli corre un altro grosso rischio: la cancellazione del suo
centro storico dalla lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Nelle ultime
riunioni di Siviglia e Brasilia, L’International Bureau UNESCO ha preannunciato
l’estromissione dalla “World Heritage List”, ovvero la lista dei “patrimoni
dell’umanità”, del centro storico della città di Napoli qualora la nostra
Amministrazione Comunale non dovesse presentare il “Piano di Gestione” entro il
prossimo febbraio 2011.
Questo comporterebbe ulteriori gravi ripercussioni sull’economia e
sull’immagine a livello internazionale della nostra città. Il destino del
Centro Storico di Napoli e della città tutta è appeso a un filo così come il
suo prestigio, mentre il degrado avanza senza ostacoli. Affinché il pericolo
sia scongiurato, e al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su un pericolo
silenzioso ma incombente, Il COMITATO CIVICO DI S. MARIA DI PORTOSALVO e il
MOVIMENTO V.A.N.T.O. (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela
dell’Orgoglio), insieme ad altre associazioni e movimenti sul territorio,
nonché singoli cittadini sensibili al problema, hanno indetto per Venerdì 24
Settembre 2010 alle ore 10:00 un sit-in all’ingresso di Palazzo “San Giacomo”
per chiedere all’Amministrazione Comunale e alla Giunta Iervolino la definitiva
emanazione del Piano di Gestione per la Città di Napoli, prima che sia troppo
tardi. La manifestazione sarà supportata anche dal noto artista partenopeo Eddy
Napoli, da sempre attento a simili problematiche. Il “Piano di Gestione”,
ovvero quell’insieme programmatico di misure per mettere a sistema i servizi e
le altre attività (sicurezza, pulizia, accoglienza, esercizi pubblici,
alberghi, etc.) che riguardano il patrimonio monumentale del più vasto centro
storico d’Europa, quello di Napoli, è richiesto dall’UNESCO da ben quindici
anni, ossia dal 1995 allorché la nostra città entrò a far parte della “World
Heritage List”.
Da allora nessuna giunta si è fatta carico di ottemperare a questo dovere,
creando di fatto un “caso Napoli” che l’International Bureau UNESCO ha deciso
di fronteggiare con un ultimatum: Febbraio 2011! Da quindici anni cittadini,
associazioni e comitati rivendicano questo documento per sfruttare il prezioso
centro storico di Napoli alla stregua delle altre grandi città dell’arte
presenti in Italia e nel mondo, in termini di turismo culturale per lo sviluppo
economico della città.
Inoltre, da quindici anni vengono costantemente segnalati all’Unesco, e a tutte
le altre autorità competenti, il degrado e l’abbandono che si accresce nel
centro storico senza che vi si ponga argine. Nello scorso Dicembre, a fronte di
tali denunce, il centro storico di Napoli fu “perlustrato” da un team di
ispettori dell’UNESCO che ne verificarono l’effettivo degrado e le pessime
condizioni generali. Ne seguì una convocazione a Parigi dell’allora Governatore
Bassolino e dell’Assessore alla cultura e centro storico Nicola Oddati ai quali
fu fatta firmare dal D.G. Unesco Irina Bukova una convenzione con la quale i
nostri amministratori si impegnavano alla redazione del “Piano di Gestione”.
Attualmente però la Giunta Comunale sposta invece l’attenzione sul solo Forum
delle Culture come unica priorità e panacea della crisi d’immagine della
città. Si invitano pertanto gli organi di stampa e i circuiti televisivi
affinché sia data la giusta rilevanza alla manifestazione che è nell’esclusivo
interesse di tutta la città.
Organizzazione
Comitato Civico S. Maria di Portosalvo
Antonio Pariante – cell. 349.81.39.358
www.portosalvo.org
- info@portosalvo.org
Movimento V.A.N.T.O. (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio)
Angelo Forgione – cell. 347.478.19.86
www.angeloxg1.wordpress.com
- vanto_xg1@email.it
GLI ULTIMI GIORNI DI GAETA
L’assedio che condannò l'Italia all'unità
Un altro grande
lavoro di Gigi Di Fiore che, dopo la “Controstoria dell’Unità d’Italia” (da
poco passata con successo ai tascabili) e “I vinti del Risorgimento”, ci
fornisce un altro strumento importante nella difficile battaglia per la verità
storica. Un'altra dimostrazione che, al contrario di quanto affermano gli
storici ufficiali, sono sempre più necessarie pubblicazioni che sappiano
raccontare la storia in maniera scientifica ma anche piacevole. Nel caso degli
“Ultimi giorni di Gaeta”, al consueto rigore dell’autore (che utilizza anche
numerosi documenti inediti) si unisce una grande passione per le storie narrate
come un cronista “in diretta dal fronte” e, spesso, l’affetto per le storie di
quei soldati dimenticati per troppo tempo e che ancora oggi possono essere un
prezioso esempio di coerenza, di lealtà e di senso di appartenenza: tre
elementi, visti i tempi, più che mai necessari dalle nostre parti…
I
cento giorni di storia italiana meno raccontati nei libri scolastici: è
l'assedio di Gaeta, che segnò la fine del regno delle Due Sicilie e
l'annessione del sud al resto dell'Italia. Quei tre mesi restano invece il
simbolo di un'annessione nata male, con due eserciti regolari a farsi guerra:
quello piemontese del nord e quello napoletano del sud. Una vicenda che costò
oltre mille morti con tantissime vittime tra i civili rimosse dalla storia
ufficiale.
Nel saggio di Gigi Di Fiore, attraverso nuovi
documenti e testimonianze soprattutto di parte piemontese, attraverso uno stile
raccontato c’è la narrazione della vita quotidiana nei due schieramenti
contrapposti, le descrizioni di personaggi anche minori, aneddoti. Ma
soprattutto, il dettaglio delle sofferenze dei civili e dei danni subiti dalla
città di Gaeta in tre mesi di impietoso bombardamento. L'ultima resistenza
dello stato delle Due Sicilie, allora ancora riconosciuto da tutte le
diplomazie mondiali, in un testo che ne approfondisce e racconta tutti i
dettagli, con una bibliografia di ben 8 pagine. “Abbiamo avuto conquistato alla
causa l’efficacia dei cannoni Cavalli a lunga gittata” scrisse Cialdini, in un
documento inedito, alla fine dell’assedio
Nei nuovi documenti del ministero della Guerra,
citati nel testo, si ritrova proprio la conferma dell'uso sperimentale fatto
dei micidiali cannoni Cavalli a lunga gittata a Gaeta, sulla pelle dei militari
borbonici e dei civili gaetani. Un uso su cui vengono spese parole entusiaste,
come di una nuova arma da perfezionare sempre più per il futuro. Una specie di
"bomba atomica" dell'epoca per spezzare i residui di resistenza
dell'esercito di Francesco II di Borbone. E poi, nelle cifre finali dei comandi
piemontesi, i costi di tanto impegno di uomini e mezzi: 25 milioni per
espugnare Gaeta.
Il libro si compone di Introduzione - Prologo -
12 capitoli - 3 appendici, più due grandi foto d’epoca sull’assedio nei
riguardi di copertina.
L'AUTORE
Gigi Di Fiore, inviato speciale del Mattino di
Napoli in passato redattore al Giornale di Montanelli, ha ottenuto nel 2001 il
premio Saint Vincent per il giornalismo. Ha scritto diversi saggi su due temi
principali: Risorgimento-fine regno delle Due Sicilie-brigantaggio; criminalità
organizzata. Il suo testo "1861 - Pontelandolfo e Casalduni un massacro
dimenticato", pubblicato nel 1998 e oggi introvabile, viene citato da
tutti gli autori successivi che si sono occupati di quell'eccidio (Pino Aprile
compreso). Vincitore del premio Pedio per la ricerca storia, del Landolfo d'oro
per gli studi sull'eccidio del 1861. Il suo libro "Controstoria dell'unità
d'Italia", edito da Rizzoli nel 2007, è stato più volte ristampato ed è
stato vincitore del premio Melfi, nonché finalista del prestigioso premio Aqui
terme storia. Sui temi della storia del sud, ha scritto anche per la Utet nel
2004 "I vinti del Risorgimento" e per Grimaldi il romanzo "Gli
ultimi fuochi di Gaeta". Sulla camorra, ha pubblicato molti testi a
partire dal 1993, qualcuno adottato anche all'università di Napoli.
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