A Napoli nessun "Corso dell'unità d'Italia" |
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Le bugie risorgimentali tramandano il tripudio popolare all'arrivo del bandito mercenario Garibaldi il 7 settembre; dopo 150 anni "quattro" attempatissimi pro garibaldini si sono riuniti a Castelnuovo. Invece il popolo era contro di loro e manifestava al di fuori della sala del convegno in cui era stato inibito l'accesso. Ormai
solo tra di loro gli ottusi e retrivi difensori del Risorgimento
possono osannarlo. Hanno videntemente paura del confronto per non
restare senza argomenti in un dibattito culturale. I Neoborbonici hanno
esposto IL MANIFESTO FUNEBRE PIU' GRANDE DEL MONDO (nella pag.seg.)per
ricordare ai napoletani la triste ricorrenza.Dal convegno istituzionale è uscita un'assurda e provocatoria proposta del sindaco
che lascia perplessi quanti amano la nostra
antica capitale:
I 150 ANNI SARANNO LA TOMBA DEL RISORGIMENTO!
vorrebbe spostare la statua di
Garibaldi per collocarla alla fine del Rettifilo di fronte, in
linea d'aria, a quella di Vittorio Emanuele (che collocherebbe a piazza Borsa)
in una sorta di nuovo "Corso unità d'Italia". Poche
considerazioni: 1) La Iervolino farebbe meglio ad occuparsi di questioni
ben più gravi ed urgenti per una città come Napoli sempre meno rappresentata e
sempre meno difesa e a tutti i livelli; 2) Sarebbe meglio impiegare quegli euro
(non pochi con i complessi spostamenti di quelle statue) per iniziative
più serie e concrete anche dal punto di vista culturale
(il Museo Civico Filangieri chiuso da anni; quello di San Martino
sempre privo di fondi, ad esempio); 3) L'unità d'Italia ha portato a Napoli e
al Sud solo conseguenze negative: la fine di una Napoli capitale per sei
secoli; massacri (circa un milione di vittime tra i nostri
"briganti"); emigrazioni bibliche e questioni meridionali prima
sconosciute e tuttora drammatiche ed attuali. E intanto non esistono strade
(neanche piccole) intitolate ai grandi protagonisti della nostra trimillenaria
storia (dai Borbone ai Greci). Il Movimento Neoborbonico nei prossimi
giorni renderà note le forme per manifestare tutto il dissenso dei
Napoletani veri nei confronti di un'iniziativa tanto inutile e dannosa.
G.D.C.
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