UN DOSSIER CONTRO L’ISTAT
Dopo la pubblicazione degli ultimi dati
dell’ISTAT relativi al costo della vita in Italia e dopo la diffusione della
notizia secondo la quale Napoli (con molte altre città del Sud) sarebbe la città
“meno cara d’Italia”, il “Parlamento delle Due Sicilie – Parlamento del Sud” ha
inviato all’ISTAT la richiesta di modificare il suo “nuovo paniere dei prodotti
2010”. [comunicato stampa del Parlamento delle Due Sicilie]
In un apposito dossier inviato
all’ISTAT, il “Parlamento”, suggerisce, pertanto:
a) l’eliminazione di prodotti poco
significativi del reale costo della vita quali “puzzle e giochi da tavolo” o
“bevande analcoliche al bar”, “badanti” e “smartphone”, anche in
considerazione della reale percentuale di persone che a Napoli o nel Sud sono
in grado di acquistare e utilizzare certi tipi di prodotti;
b) l’integrazione del suddetto paniere con
prodotti e servizi quali le assicurazioni di auto e moto, la tassa relativa
allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, le imposte addizionali sulla
benzina (di gran lunga le più care d’Italia e d’Europa) o il costo di servizi e
interessi bancari (con l’assenza ormai consolidata di banche locali).
In un momento politico particolarmente
complesso e delicato, con una crisi economica in cui Napoli e il Sud pagano (in
termini di occupazione e di difficoltà quotidiane) conseguenze gravi e
drammatiche, con questioni aperte da un secolo e mezzo e tutt’altro che
risolte, con scelte economiche e politiche sempre meno legate agli interessi
delle popolazioni meridionali, oggetto continuo di attacchi molto vicini a posizioni razzistiche, le notizie diffuse in queste ore potrebbero favorire
ulteriori scelte a danno delle stesse popolazioni sia in termini politici che
economici (dai federalismi fiscali alle antiche minacce di “gabbie salariali”).
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