CIALTRONERIA E IRRESPONSABILITA’
Il ministro dell’Economia ha
espresso oggi 2 luglio, in un intervento alla Coldiretti, giudizi pesantissimi
sui politici meridionali che non spendono i fondi comunitari impedendo il
decollo dei settori produttivi del
Mezzogiorno. Li ha chiamati “cialtroni e irresponsabili” scrollando dalle
spalle dei governi nazionali ogni possibile colpa. La faccia ridanciana di Tremonti
nell’additare l’incapacità dei meridionali fa intendere l’opinione di fondo che
alligna a nord, cioè che il Sud non sa rialzarsi nonostante i sussidi, ora
anche europei. Il cerchio si chiude e il luogo comune, vecchio di150 anni, del
Mezzogiorno che tutti hanno tentato inutilmente di salvare, si risente alla
vigilia del completamento del federalismo. Oggi è appunto il periodo di ribadire che le due Italie che stanno
ultimando di predisporre a nord sono ampiamente giustificate dagli errori
ripetuti e imperdonabili dell’elettorato attivo e passivo al di sotto del Garigliano.
Ovviamente noi non la
pensiamo così. Per adesso, incominciamo col rispondere al membro del governo di
Roma che quei politici da lui offesi sono per il Nord una risorsa preziosissima,
che lui dovrebbe addirittura coccolare. Ogni euro sottratto allo sviluppo
meridionale in qualche maniera incrementa i profitti settentrionali, in primo
luogo con produzioni sostitutive. Solo gli ingenui possono credere alla storiella
che gli amministratori del sud solo per indolenza o ignoranza perdono i fondi
comunitari; c’è qualcosa di diverso e di più per spiegare il loro comportamento.
La verità si può avvicinare
meditando sul loro silenzio nella sequela di provvedimenti governativi contro
il sud; ciò rende fin troppo agevole il massacro economico che dal 1860 spetta
ai vinti ed ai loro discendenti. Caro ministro non ti conviene attaccare i
politici meridionali con tanta superficialità perché senza la loro acquiescenza il Nord non avrebbe vita
facile. Cialtroneria eirresponsabilità sono invece le parole sacrosante che
grideranno loro gli elettori del Sud quando si desteranno liberandosi dalla
bugie risorgimentali.
Vincenzo Gulì |