Alessandro Presti Messina 13/5/1821 -Napoli 21/6/1897 Maggiore Figlio del maggiore Aniello Presti fu ammesso alla Nunziatella a piazza gratuita, perchè orfano di padre. Dopo 8 anni di studio fu promosso alfiere del genio. Dopo varie missioni come ufficiale di dettaglio a Messina, Cosenza, Reggio e Capua fu promosso I tenente al battaglione zappatori il 2 agosto 1847. Partecipò alla spedizione comandata da Guglielmo Pepe nel maggio 1848 con una compagnia di zappatori. Nel gennaio 1856 fu promosso capitano di II classe e fu capocircondario del genio a Nola, Avellino, Aversa e Trapani. Il 1 agosto 1860 fu posto al comando di una compagnia del battaglione zappatori in Capua. Durante la campagna diresse i lavori di trinceramento a Triflisco, sul monte Gerusalemme, e di fronte Capua sempre sotto il fuoco nemico. Dopo la battaglia del Volturno fu assegnato alla divisione Von Mechel, dove si distinse il 26 ottobre a Cascano durante la ritirata verso il Garigliano. Prima che la piazza di Gaeta venisse accerchiata riuscì a requisire tutto il legname esistente nel borgo, trasportandolo sotto un micidiale fuoco piemonteseche lo ferì ad un piede, ammalatosi fu costretto a lasciare l'incarico. Il Re lo scelse per delle importanti missioni di rifornimento a Roma e Malta, facendolo partire l'8 gennaio da Gaeta. A causa del blocco navale non riuscì più a rientrare, ma Francesco II volle comunque, unica eccezione, che gli fosse assegnata la medaglia commemorativa pur non avendo fatto parte della guarnigione fino all'ultimo giorno. L'11 febbraio lo promosse tenente colonnello e l'8 marzo, da Roma, lo decorò con la Croce di ufficiale di S.Giorgio della Riunione. Insieme a DeSangro, Anfora ed Andruzzi fu tra i migliori giovani ufficiali del genio borbonico. Al suo rientro a Napoli, non avendo voluto giurare fedeltà al governo piemontese, fu più volte arrestato per tentata cospirazione. Nell'aprile del 1864 fu arrestato e processato per la partecipazione alla fallita sollevazione ordita dal maggiore Achille Cosenza e dovette subire un lungo periodo di carcere, che non scalfì mai però il suo amore per la Patria. |