LA DOPPIA DISFATTA DELLA JUVE |
|
|
|
Credo che sia la terza volta nella storia del Napoli calcio che la squadra azzurra riesca a vincere entrambe le partite di campionato con la Juventus di Torino. Oltre all'anno del primo scudetto e a ieri sera, se la memoria non m'inganna, vincemmo al tempo di Vinicio quando si giocava ancora al Vomero... L'eccezionalità tutto può far pensare fuorchè ad una costante supremazia della squadra bianconera, dati i brogli solo parzialmente svelati che da sempre governano lo sport più popolare. Più che celebrare l'evento, mi preme sottolineare il fatto che da più di 80 anni ai piedi del Vesuvio vi sia una soddisfazione particolare nel battere la Juve. Eppure a metà Novecento tra Genoa (pluriscudettato) e Torino (mitico) già si vedevano grandi squadroni settentrionali da invidiare, oltre alle grandi milanesi. Invece è con la Juventus che la rabbia partenopea raggiunge il suo parossismo. L'appartenenza dei bianconeri al potere economico piemontese e l'esagerato palmarès conquistato(sic!) danno una chiave per capire meglio. Quando milioni di cuori napoletani (non badiamo solo ai presenti al S. Paolo e all'Italia) sono sospesi in attesa di esplodere per una vittoria sulla Juve, vuol dire che essa rappresenta qualcosa che va ben oltre il torneo calcistico. E' il Nord ricco e fortunato (per i motivi che sappiamo) a doversi inchinare davanti alla regina del Sud povera e perseguitata. Come non andare indietro nel tempo; come non connettere Torino e Savoia, Napoli e Borbone (grazie anche a esplicite dichiarazioni dei discendenti); orgoglio sopito e umiliato ma pronto a rialzarsi più bello che mai? Il Sanfedista
|