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Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

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ARBITRI IMPUNIBILI? CAMBIAMOLI TUTTI! PDF Stampa E-mail

LA PAÑOLADA CHE NON FU

Abbiamo tutti sotto gli occhi la pañolada che nelle plazas de toros o sugli stadi di Madrid o Barcellona i nostri fratelli spagnoli realizzano per giubilo o per protesta con un effetto scenografico fantasmagorico e raccapricciante. La proposta di farla al San Paolo contro gli arbitri partita da Tuttonapoli.net era suggestiva e aveva avuto l’adesione di molti gruppi e radio-TV, tra cui il sito dei Neoborbonici. Altri avevano ideato di indossare maschere di Collina (designatore degli arbitri) per sottolineare le ragioni del dissenso. Queste ultime sono state a centinaia sequestrate ai varchi d’ingresso mentre naturalmente non sarebbe stato possibile eliminare i fazzoletti bianchi. All’apparire delle squadre in campo c’è stata una quasi totale “sciarpata” che è l’orgogliosa ostentazione delle sciarpe azzurre del Napoli con effetto meraviglioso nel “gremitissimo” San Paolo. Ma la pañolada non c’è stata, se si esclude qualche macchia isolata di drappi bianchi.

 

Anche se qualcuno si è accontentato di quel poco effettuato, obiettivamente lo spettacolo di protesta generale non è avvenuto. Forse perché la protesta non era adeguatamente motivata? Assolutamente no, perché non c’è un vero tifoso del Napoli che non ricordi, da quando fa il tifo, episodi sconcertanti e continuati di vera e propria persecuzione arbitrale contro la squadra partenopea. Il fatto è che i popoli di lunghissima civiltà, come quello Napoletano, ha un DNA tanto pieno di esperienze da cadere talvolta nello scetticismo. Se è vera una sistematica e quindi cosciente politica avversa al Napoli quando può dare fastidio agli squadroni del nord da tempo immemorabile (anche gli scudetti, specie il secondo,  sono stati vinti a dispetto del Palazzo), che senso avrebbe inscenare una forma di protesta civilissima se non quello di far sorridere i volponi che da sempre governano il più bello sport del mondo?

I Neoborbonici hanno appoggiato la proposta ben sapendo questo possibile epilogo ma sperando che dal battito comune di sessantamila cuori concentrati sui torti subiti potesse sortire qualcosa di più profondo per la rinascita del nostro orgoglio perduto.

E’ innegabile che lo stadio stracolmo scatena un senso di appartenenza e di affinità tra gli spettatori che non ha eguali in diverse occasioni. E’ un’opportunità tanto più forte quanto inavvertita, perché spontanea, per far tracimare dall’inconscio collettivo le peculiarità dei Napoletani rivolti verso il magico e antico nome di quella che fu una delle maggiori capitali mondiali. Ciò per fornire qualche elemento di riflessione ai tanti che ancora non comprendono l’importanza sociale e culturale  del calcio all’ombra del Vesuvio. Tornando alla mancata pañolada si è capito che non esiste la possibilità di bonificare il Palazzo che regge il calcio professionistico, con buona pace dell’ambizioso De Laurentiis. A Napoli hanno sempre stroncato le gambe in tutti i settori nei 150 di unità italiana, quindi il calcio non può essere un’eccezione. Tanto per ragionare è necessario chiarire che è da respingere decisamente l’ingenua (ma purtroppo radicata) mentalità che gli arbitri possono sbagliare e tutto va rapportato a loro incapacità che, naturalmente, può danneggiare o avvantaggiare una squadra in maniera pressoché bilanciante. A parte il fatto che i direttori di gara italiani sono, ancor oggi, tra i migliori del mondo, l’aleatorietà del loro operato si dovrebbe esprimere come la fortuna o la iella nelle azioni di gioco. Come i pali, i rimpalli, le autoreti veramente sono casuali e nel lungo periodo quasi sono ininfluenti, anche gli arbitraggi dovrebbero seguire la medesima legge probabilistica. Invece sappiamo tutti che non è così perché i divari tra le squadre in classifica si concretizzano in modo determinante proprio grazie alle scelte dei direttori di gara. Del resto Calciopoli è pur scoppiata (anche se parzialmente)! Ci vuole molta bravura per istradare una partita come vuole il potere. Vi può riuscire solo un arbitro assai in gamba, che nelle altre occasioni dimostra chiaramente la sua bravura. E non è sudditanza psicologica, come altri “soloni” di strapazzo hanno asserito.  L’eventuale sudditanza può manifestarsi quando giocano una squadra titolata e protetta  e una non protetta, non quando s’incontrano due squadre non tutelate per gli interessi di un terzo che sta a guardare. Meditate, qui c’è nettamente la mala fede!

Senza giungere alla migliore proposta che sarebbe quella di fare finalmente un Campionato delle Due Sicilie, come per celia già seguiamo nell’apposita sezione, lanciamo un paradosso pregnante: PRENDIAMO DA UN  PAESE DOVE IL CALCIO E’ POCHISSIMO SEGUITO, COME LA LIBERA IRLANDA, TUTTI GLI ARBITRI DA IMPIEGARE A SORTEGGIO NEL NOSTRO CAMPIONATO.

Veramente vedremmo marchiani errori continui ma assolutamente casuali che colpirebbero chiunque e si bilancerebbero effettivamente a fine torneo. Che fine farebbero allora le grandi Inter, Milan, Juve senza i loro numi (corrotti) protettori? E quanto potrebbero concretizzare Napoli, Palermo, Bari in partite finalmente equamente dirette?

Nell’attesa rivolgiamo l’invito a tutti quelli che amano il Napoli di ricordare quanto già accennato negli anni dei due scudetti: allora Maradona & C. vinsero anche contro il Palazzo semplicemente perché erano veramente fortissimi e battevano avversari e arbitri…

Il Sanfedista

 

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