Quelli del caffè in tazza sembravano neri e fumanti come l’originale, favorendo l’acquolina in bocca per il forte desiderio. Naturalmente tutto durava sino all’accostamento alle labbra che faceva precedere il primo sorso al messaggio inequivocabile alle narici. L’odore anticipava d’un attimo il sapore proclamando senza speranza che non era assolutamente l’introvabile caffè!
Chi non se lo poteva permettere doveva tuttavia rassegnarsi, suscitando magari anche l’invidia di qualche osservatore distante che rimpiangeva quelli che stavano sorbendosi un raro e bel caffè…
Nell’area della battaglia del Volturno è successo qualcosa di analogo. In un “bar” di serviva l’autentico caffè, in un altro, a pochissimi chilometri, c’era la sagra del surrogato.
Nel primo luogo figuranti ormai professionali con le divise invitte dell’esercito borbonico rendevano onore ai caduti per la patria napoletana; cavalieri dell’ordine costantiniano presenziavano con l’orgoglio del messaggio di Carlo di Borbone; studiosi disinteressati e lineari facevano rivivere quella battaglia evidenziandone gli aspetti salienti, appassionando il folto pubblico; organizzatori sinceri e capaci godevano della riuscitissima manifestazione.
Nel secondo luogo figuranti improvvisati o sporadici rendevano l’onore che potevano ai caduti; qualche cavaliere di ordini dissidenti o senza l’imprimatur del Gran Maestro tentava di rappresentare l’impresentabile; studenti, spronati dalle mire politiche, parlavano dei relativi programmi mentre qualche nuovo studioso cercava di inserire il ricordo della battaglia senza troppa affinità con il tema prevalente e senza coinvolgimenti del pubblico diviso tra elettorato passivo e nostalgia borbonica; abili ma infidi organizzatori si pascevano di essere comunque riusciti a fare una manifestazione.
Coloro che ignorano il sapore del vero caffè, probabilmente perché non lo hanno mai potuto assaggiare, possono anche sentirsi appagati dal surrogato nonostante un inevitabile e inspiegabile amarognolo in bocca. Ma quelli che nel bel tempo che fu hanno sorbito un buon caffè nel loro intimo rimpiangeranno l’originale disperatamente. Per il puntiglio dell’alternativa non considereranno che la bottega dell’autentico caffè è aperta a tutti perché quell’ostentato tempo di guerra, per giustificare il surrogato, è fittizio e che, fatto ben più grave, si propina un fetido decotto di orzo o cicoria a chi non sa dell’esistenza del caffè e addirittura si persuade che surrogato e originale sono la stessa cosa.
Forse tutto dipende dagli avventori del secondo “bar” che, avanti a una vera tazzina di caffè da gustare nel primo “bar”, sarebbero quasi tutti inadeguati sino a svolgere automaticamente poco edificanti mansioni. Ancora una volta poveri frequentatori di questo “bar” del surrogato che ignorano l’originale mentre, per quelli scafati, l’apertura del loro esercizio emulativo è assolutamente precario perché rischia seriamente di essere spazzato via alla prima tornata elettorale!
Il Sanfedista
cronaca di un trionfo
Un pubblico numeroso al di là delle più ottimistiche previsioni ha gremito sia la chiesa di S. Sebastiano per la funzione religiosa in suffragio dei Regi Borbonici, sia la sala del Circolo Nazionale ove si è svolto il convegno sulla Battaglia del Volturno (come testimoniano le foto nella Galleria). La corona di alloro deposta dai figuranti in divisa d’epoca ai piedi della Madonna, protettrice del regno, rimarrà a ricordo della splendida manifestazione.
Durante la S. Messa, officiata dal cappellano neoborbonico don Giuliano Lilli, è emersa l’immagine inedita della lotta internazionale e massonica contro Napoli, con un filo che unisce inequivocabilmente invasioni saracene, guerre di religione, rivoluzione francese e risorgimento contro il Papa e i suoi difensori come i Borbone Due Sicilie. Parimenti inedita è stata la preghiera dei fedeli che riportiamo:
Per i soldati borbonici caduti al Volturno e dimenticati dalla storia ma presenti nei nostri cuori e nella Comunione dei Santi
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli
Per Sua Maestà Francesco II di Borbone, accolto fraternamente dal Beato Pio IX, affinché ci guidi dal Cielo per il trionfo della Verità
Beati i perseguitati …
Per i nostri antenati, detti ingiustamente briganti, che lottarono sino alla fine per Iddio, la Patria Duosiciliana e il Re senza speranza e senza paura
Beati i perseguitati …
Per i milioni di emigranti, passati, presenti e futuri, costretti a partire dal Sud mostrando al mondo i Valori della nostra Tradizione
Beati i perseguitati …
Per noi loro discendenti che basiamo sulle loro stesse fondamenta la nostra vita e il riscatto dei nostri figli
Beati i perseguitati…
Il successivo convegno, introdotto da P. De Chiara (sulle attività della sede di Caserta) ha visto gli interventi di A. Romano (sullo scontro di civiltà al Volturno), di F. Di Rauso (sulle medaglie commemorative), di A. Ciano (sulle iniziative di Gaeta), di G. De Crescenzo (sui preparativi per i 150 dall’unità italiana), di V. Gulì (sulla narrazione della battaglia). L’attentissimo pubblico ha tributato grande successo alla serata restando concentrato e paziente per le oltre due ore di durata; si notavano delegati, iscritti e simpatizzanti non solo campani, ma laziali, pugliesi, lucani, calabresi, molisani.
Rassegna stampa