Oggi, 7 ottobre 2009, sono 250 anni che il fondatore della dinastia borbonica di Napoli, Carlo VII, partì definitivamente per Madrid (dove diventerà Carlo III) lasciando il trono al figlio Ferdinando. Un allegato articolo su Il Mattino ricorda l'evento. Pochi giorni fa è stato il 170^anniversario della I ferrovia d'Italia Napoli-Portici. E' insomma un ottobre nato sotto il segno dei Borbone che avrà sabato a Caserta il suo momento migliore nella commemorazione dei 149 anni della battaglia del Volturno come da prossimo avviso.
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Da
"IL MATTINO" di Napoli del 6/10/2009
L’addio
di re Carlo, sovrano di due nazioni.
L’ANNIVERSARIO Due secoli e mezzo fa il
capostipite dei Borbone partiva per la Spagna.
Il 7 ottobre di 1759 Carlo di Borbone,
scortato da una squadra di navi ispanonapoletane, lasciò Napoli per diventare
re di Spagna sotto il nome di Carlo III. Lasciò Napoli a malincuore, ma era suo
dovere. La partenza fu enormemente sentita da parte dei napoletani, popolo e
aristocratici, che riempivano la darsena e le strade che arrivavano al porto,
qualsiasi posto era buono per vedere un’ultima volta il re tanto amato. Il
fratellastro Ferdinando VI era morto ad agosto senza discendenza sul trono di
Spagna e lui, inaspettatamente, arrivava sul trono di un paese che ostentava
ancora un impero. La sua partenza venne rappresentata in una serie dipinta da
Antonio Joli della quale si conservano a Napoli due quadri a Capodimonte mentre
altri due sono alla Prefettura. Ricordo il giorno che ho avuto l’opportunità di
vederli in Prefettura, ero stato invitato dall’allora ministro spagnolo di
Cultura, César Antonio Molina, all’incontro con Sandro Bondi, suo omologo
italiano. Lì si parlò di tante cose interessanti, come ad esempio di una legge
nazionale di tutela del patrimonio napoletano legato alla Spagna. E mentre si
parlava io guardavo questi quadri splendidi negli uffici del prefetto che tanti
napoletani non conoscevano. Qualche settimana dopo incontrai Carlo Knight e lui
mi chiese di fare qualcosa al Cervantes per ricordare l’anniversario della
partenza di Carlo di Borbone. Mi vennero subito in mente i quadri della
Prefettura, perché pensavo che sarebbe stato altamente simbolico farli vedere,
nel giorno del 250mo anniversario della partenza, al Cervantes, quel pezzo di
Spagna a Napoli, che in più si trova a Santa Lucia, di fronte a quel mare che
vide salutare Carlo in quella lontana mattina di ottobre. Il Prefetto e la
Provincia di Napoli, proprietaria dei dipinti, hanno dimostrato la sensibilità
necessaria per capire l’operazione e così domani i napoletani potranno
omaggiare il loro sovrano più amato venendo al Cervantes a vedere questi quadri
che eccezionalmente escono dalla Prefettura per un solo giorno. In seguito ho
saputo della pièce di Giuseppe Montesano che veniva proposta al festival di
settembre a Caserta e l’ho subito contattato per averla al Cervantes e chiudere
così la nostra giornata. Si tratta di un testo efficacissimo che, con l’ironia
abituale del grande talento di Montesano, ci racconta le ombre e le luci di
Ferdinando IV, il figlio che Carlo di Borbone lasciò 250 anni fa sul trono di
Napoli. Carlo e Ferdinando erano entrambi terzogeniti, dunque il loro destino
non sembrava quello di portare una corona. Ma sappiamo che destino è solo il
nome pomposo che diamo alle circostanze. Nel caso di Carlo la circostanza
determinante fu la tenacia di una madre ambiziosa, Elisabetta Farnese, che
volle fortemente un regno per suo figlio. Per quanto riguarda Ferdinando IV ci
fu la doppia circostanza della incapacità di suo fratello maggiore, Filippo (la
tomba del quale si può vedere tutt’oggi a Santa Chiara), e del fatto che
l’altro fratello, Carlo, partì con il padre, per motivi di successione,
diventando poi Carlo IV di Spagna. Il lascito monumentale di Carlo di Borbone a
Napoli è semplicemente impressionante. La Reggia di Caserta, il teatro San
Carlo (anche se amava molto di più la caccia della musica), l’enorme mole
incompiuta dell´Albergo dei Poveri, la Reggia di Portici, il Foro Carolino
(oggi piazza Dante), Capodimonte o quel piccolo altare nella sacrestia della
chiesa del Carmine a piazza Mercato con il suo volto e quello della amata
moglie Maria Amalia di Sassonia. Una sua statua equestre la troviamo nella
maggior piazza napoletana, piazza del Plebiscito, e un’altra si può ammirare
sulla piazza più centrale di Madrid, la Puerta del Sol. Un 7 ottobre di 250
anni fa Carlo partì per la Spagna. Anche lì fu un re importante per le sue
riforme. Il miglior sindaco di Madrid, si dice ancora oggi per gli importanti
lavori che fece in quella città, come la Porta d’Alcalà, una porta che si
apriva a uno spagnolo di ritorno da Napoli. Con Carlo, diversamente dal periodo
del viceregno, Napoli tornò a essere indipendente, ma, come era ovvio, la sua
condizione di «Infans Hispaniarum», ossia, infante di Spagna, faceva sì che il
rapporto con la Spagna, dove regnavano i suoi genitori, fosse strettissimo.
Il Direttore Instituto Cervantes di
Napoli
José Vicente Quirante Rives
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