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Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

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MASSONERIA CONTRO NAPOLI PDF Stampa E-mail
CONTRO I MASSONI DI IERI E DI OGGI…
 
Convegno a Napoli a cura della Gran Loggia d’Italia su “La rivoluzione e l’albero della libertà a 210 anni dalla Primavera Napoletana”. La sede, ovviamente, quella dellIstituto Italiano per gli Studi Filosofici, luogo-simbolo del giacobinismo locale.


 
Il convegno organizzato il 4 luglio dalla massoneria con conferenza stampa all’Excelsior, cene e gite di rito, dimostra la verità che da anni cerchiamo di divulgare: la rivoluzione anti-napoletana, anti-cristiana e anti-borbonica del 1799, i successivi moti e l’unificazione italiana fino all’attuale cultura ufficiale, furono progettati e realizzati dalla massoneria internazionale con la complicità dei massoni locali e, viste le conseguenze in termini di massacri, di saccheggi e di colonizzazioni, a danno della nostra antica Patria e delle Popolazioni delle Due Sicilie. L’orgoglio con cui i massoni di oggi rivendicano l’origine di quelle vicende (dal massone-traditore del Regno di Napoli ammiraglio Caracciolo al massone-conquistatore Garibaldi) ne è l’ennesima e chiara dimostrazione ed è la dimostrazione di quanti e quali siano i nostri “nemici” di oggi e di quante difficoltà ancora incontriamo (e incontreremo) nella nostra necessaria e preziosa battaglia per la verità storica…
Segue comunicato della “gran loggia” (granloggia.it) con antiche e inquietanti simbologie (tra numeri, solstizi e primavere varie…), con troppe dimenticanze storiche e i necessari commenti neoborbonici…
“Nella seconda metà del XVIII secolo Napoli conobbe un periodo di notevole risveglio economico, sociale e culturale. La Capitale del Regno meridionale era allora uno dei più importanti porti del Mediterraneo ed un centro produttivo di rilevanza internazionale.
In città e nel suo vastissimo hinterland prosperavano, insieme ad un artigianato raffinato improntato sulla lavorazione dell’argento, della seta, del corallo, della madreperla, fabbriche ad altissima specializzazione. Le ceramiche di Capodimonte sono ancora celebri, ma pochi ricordano che il cordame e le vele fabbricate a Napoli erano nel Settecento fra le migliori del mondo come pure erano rinomati i cantieri navali, capaci di varare possenti fregate e temibili vascelli.
[E tutto grazie ai Borbone che dal 1734 erano diventati Re di Napoli e stavano affermando la loro volontà di creare uno stato autonomo e indipendente e radicato nei valori popolari e autenticamente tradizionali e cristiani].
Questo fervore di pensiero si trasformò in desiderio di cambiamento, in sete di libertà, in voglia di abbattere oscurantismo, pregiudizi, ignoranza [e “oscurantismo, pregiudizi e ignoranza” come potevano mai ottenere quei risultati che lo stesso articolista riconosce all’inizio del testo?]

Quando nel 1798 giunsero a Roma le truppe francesi, la parola “rivoluzione” serpeggiò nei palazzi e per le vie di Napoli ed esplose il 17 Gennaio del 1799, allorché i [poche decine, come riconosciuto anche dalla storiografia ufficiale] patrioti occuparono Castel Sant’Elmo che dall’alto di un colle domina la città. Quattro giorni più tardi nacque ufficialmente la Repubblica Napoletana e il 21 Gennaio con un decreto del generale Championnet venne costituito e insediato il Governo Provvisorio [Omissione grave: in quei 4 giorni i francesi, con la collaborazione dei giacobini locali, massacrarono, come riferisce il generale Thiebault nelle sue memorie, “non meno di ottomila napoletani”. Senza l’aiuto dei giacobini collaborazionisti che cannoneggiarono da Sant’Elmo il popolo che resisteva, come riconobbe lo stesso Championnet, il potentissimo esercio francese non avrebbe mai sconfitto quegli “eroici lazzaroni”]
Furono momenti di grande commozione, nelle piazze vennero piantati gli alberi della libertà, la parola “cittadino” sostituì i titoli nobiliari, furono promulgate leggi sulle libertà individuali e i privilegi feudali vennero abrogati [Furono emanate anche oltre 1500 condanne a morte contro coloro che si opponevano a quella conquista e all’offesa quotidiana dei valori tradizionali popolari e cristiani di cui quegli alberi- abbattuti decine di volte- rappresentavano il simbolo più odiato; intanto il commissario repubblicano francese Faypoult timbrava le nostre opere d’arte e le spediva a Parigi…] 
Fu quella la primavera napoletana, una stagione breve giacché gli eventi presero quasi subito un indirizzo sfavorevole [Altra omissione grave: sempre il generale francese Thiebault ci fa sapere che in tutta la “campagna napoletana furono passati a fil di spada –e in meno di cinque mesi- oltre sessantamila napoletani”… bella primavera]
A quel punto il Cardinale Ruffo, a capo di bande sanfediste marciò su Napoli ed annientò, con la conquista di Castel Sant’Elmo, l’ultima sacca di resistenza repubblicana. Era il 13 Giugno, quel giorno l’albero della libertà fu sradicato e al suo posto crebbero ovunque le forche [100, complessivamente, le condanne a morte eseguite dopo il ritorno dei Borbone: per i massacri e i saccheggi compiuti dai franco-giacobini, in nessun posto del mondo in quel momento storico, purtroppo, si poteva reagire in modo differente]…
Pochi giorni più tardi, difatti, fu impiccato ai pennoni de “La Minerva”, l’ammiraglio, Fr. Francesco Caracciolo membro della loggia “Perfetta Unione”. Lo seguirono in estate Domenico Cirillo, Michele Natale vescovo di Vico Equense e Gennaro Serra duca di Cassano, tutti patrioti appartenenti all’Officina “Vittoria” di Napoli [massoni, allora, in gran parte, gli artefici della repubblica; l’ammiraglio Caracciolo tradì il suo giuramento di fedeltà alla sua patria napoletana e al suo re e qualsiasi altro codice militare penale non solo di quel tempo lo avrebbe condannato a morte]
Il sogno della breve primavera napoletana terminò così in un bagno di sangue e questa strage di intellettuali, artisti, pensatori, giuristi, riformatori incise non poco sulla storia della Penisola e in particolare del Meridione [luogo comune tra i più diffusi e per niente credibile: su una popolazione di circa 10 milioni di abitanti è mai possibile che la morte di circa 100 persone abbia avuto una conseguenza di qualsiasi natura da allora addirittura fino ad oggi? E tutti i primati in tutti i settori che riuscimmo a conquistare dal 1799 al 1860?]
D’altra parte la Rivoluzione Napoletana e la sua Repubblica rappresentarono l’incipit del riscatto nazionale. L’albero della Libertà era stato divelto con bestiale furore, ma di lì a poco il suo seme si diffuse in ogni angolo del Paese” [ovvio collegamento giacobino-massonico-liberale a dimostrazione della complessità degli ostacoli messi di fronte ai Borbone e alle Popolazioni Duosiciliane da allora ad oggi...]

 

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