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Francesco Saverio Luvarà PDF Stampa E-mail

Francesco Saverio Luvarà

Augusta 10/2/1827 -Vallo della Lucania 4/12/1909

Capitano

Era figlio di Carmine Luvarà, colonnello di artiglieria.

Appartenente ad una famiglia nobile calabrese, fu ammesso nel 1843 nelle guardie del corpo a cavallo, entrato nell'esercito fu addetto allo stato maggiore,tenente nel 1853 ebbe la promozione a capitano nel 1859.

Nell'aprile del 1860 si trovava a Palermo nello stato maggiore del comando in capo assegnato alla colonna Von Mechel, fu tra quelli che intuirono la manovra del nizzardo, mettendosi all'inseguimento della colonna Orsini conquistandone salmerie ed armamenti.

L'11 settembre 1860 fu promosso maggiore.

Militare di coraggio ed onore,ufficiale profondamente legato alla dinastia fu assegnato al generale Ritucci e quando l'esercito si ritirò dietro al Garigliano, propose ed ottenne di capitanare un corpo di volontari che agisse dietro le spalle del nemico sardo, in azioni di disturbo, precorrendo la nascente guerriglia leggittimista.

Dopo avere organizzato il corpo di volontari, aiutato dall'alsaziano Emile Theodule deChristen, entrò negli Abruzzi conquistando il 10 gennaio 1861 Carsoli, il 26 febbraio occupò Tagliacozzo sconfiggendo 400 piemontesi, umiliò le truppe invasori riprendendo il comando di Avezzano, rientrato a Roma per reclutare altri volontari lasciò il comando momentaneo all'avvocato Giacomo Giorgi che contravvenendo agli ordini di Luvarà volle occupare Sgurgola, dove i piemontesi messi sull'avviso avevano circondato il paese, catturando e fucilando 117 uomini.

Rientrato negli abruzzi al comando di 800 uomini coadiuvato sempre dal de Christen, conquistò Otricoli, avanzando fino a Sora, ma caduta Gaeta Francesco II dette l'ordine di rientrare nello stato pontificio.

Rimase a Roma per poco tempo e rientrato a Napoli sempre in collaborazione di de Christen tentò una sollevazione che fu soffocata sul nascere dalla delazione di un tale Novi.

Dovette più volte subire vessazioni ed arresti da parte delle autorità piemontesi, senza mai però piegarsi, l'abnegazione e l'amor patrio del Luvarà,autore di  una bella pagina di storia duosiciliana, che sia di esempio per tutti noi.

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