Tale risarcimento sarà devoluto alle famiglie che hanno patito malati di cancro a causa dell’avvelenamento del territorio. Resta in gestazione l’iniziativa di ricorrere alla Commissione Europea della Concorrenza per far cessare questo smaltimento illecito che, mentre mina la salute dei meridionali, rende un profitto abusivo a quelle industrie settentrionali. Infatti con il forte risparmio sui costi previsti per il regolare smaltimento scorie, esse riescono a fare una concorrenza sleale alle similari fabbriche dei paesi comunitari.
comunicato stampa del 6-6-08
I NEOBORBONICI CHIEDERANNO ALLA UE DI BLOCCARE I RIFIUTI TOSSICI DEL NORD
Oggi il Capo dello Stato ha parlato del disastro ambientale causato al Sud dal trasferimento illecito dei rifiuti tossici delle industrie del nord con pronto risentimento della Lega che ha avuto l’impudenza di difendere ancora i massacratori della nostra economia e del nostro territorio. Finalmente si sta facendo luce su quanto andiamo dicendo da tempspostando l’attenzione dal problema contingente dell’immondizia urbana, risolvibile presto con la buona volontà, al problema strutturale dell’avvelenamento del suolo meridionale che non possiamo risolvere da soli ed in tempi brevi. Purtroppo quotidianamente gli scarti tossici industriali continuano a scendere nel Mezzogiorno semplicemente perché ogni giorno essi vengono prodotti nelle lavorazioni settentrionali di fabbriche chimiche, tessili, metallurgiche ecc., con il Veneto in testa.
In attesa di concreti, ma solo eventuali, interventi nazionali per affrontare questo scempio delle terre dell’ex regno delle Due Sicilie, i Neoborbonici chiederanno l’intervento comunitario. Sarà a breve consegnato a Bruxelles un dossier alla Commissione Europea della Concorrenza con cui si dimostra che le industrie italiane indicate effettuano concorrenza sleale nei confronti delle consorelle francesi, tedesche, spagnole ecc. In effetti, se nella UE un prodotto di una fabbrica dell’Italia del nord ha un prezzo concorrenziale pari ad esempio a 100, ciò è dovuto ai minori costi di smaltimento scorie dell’azienda che si è liberata illegalmente dei propri scarti di produzione. Invece, una fabbrica francese similare ha sostenuto costi 3 o 4 volte maggiori per smaltire legalmente le sue scorie. E’ agevole rendersi conto che se anche a nord Italia si rispettassero le norme civili per i rifiuti tossici si arriverebbe ad un prezzo finale ben superiore a quel 100 ipotetico che toglierebbe praticamente dal mercato europeo le imprese che non rispettano l’ambiente in cui operano. Ciò conseguentemente farebbe cessare l’invio di veleni a Sud.
(comunicato stampa del 5-6-08)