spacer
spacer search

Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

Search
spacer
header
Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagine o cliccando qualunque suo elemento, acconsenti all uso dei cookie. Se vuoi saperne di più vai alla sezioneulteriori info.Ok
Associazione
modalità iscrizione
Perchè Neoborbonici
Why Neo-Bourbons
Organigramma
Carte Sociali
Sede e Delegazioni
Inno Neoborbonico
WebMail
www.ilnuovosud.it
Site Administration
Rete Due Sicilie
Giornale delle Due Sicilie
Attività
Storia del Movimento
Prossime attività
Libro degli ospiti
Dillo ai Neoborbonici
Le tue lettere
Login Form
Username

Password

Ricordami
Hai perso la password?
Non hai ancora un account? Creane uno!
 
Home arrow Storia arrow Storia del Regno arrow DOCUMENTI E LUOGHI COMUNI

DOCUMENTI E LUOGHI COMUNI PDF Stampa E-mail

Nel nostro Paese i beni culturali hanno formato oggetto di specifica attenzione, sin dall'epoca degli Stati preunitari.Le prime forme di intervento in materia, infatti si concretizzarono in norme sulla tutela delle antichità, a partire dal celebre atto chirografo emesso dal papa Pio VII in data 2 0ttobre 1802, con cui si prevedeva il divieto di esportazione dei beni archeologici.Ma il primato in materia -almeno sotto il profilo organico e legislativo- appartiene a Napoli: si tratta del poco celebre Decreto del 13 maggio 1822 .

 

Con esso il Re Ferdinando I -per primo in Italia- vietava tassativamente la demolizione degli edifici di nobile architettura e di interesse storico.

In questo modo ebbe inizio una legislazione vera e propria, che poi ispirerà tutta quella successiva.

Così, nel Regno di Napoli, grazie alla norma borbonica sopra richiamata, venne istituita una apposita Commissione, rivolta all'esercizio della funzione di controllo e vigilanza del settore.

Essa doveva esprimere parere preventivo circa la eventuale demolizione di un edificio storico.

Seguirono l'esempio napoletano dapprima il Granducato di Toscana (1825) , poi il Lombardo-Veneto asburgico (1827) e quindi, man mano, si adeguarono in materia un pò tutti gli altri Stati, sul finire degli anni Venti.

Invero solo il Piemonte fece curiosamente eccezione, dimostrando scarsa sensibilità nel settore: tant'è che bisogna arrivare addirittura al 1832 per vedere finalmente costituita -anche nel regno sardo- una apposita Giunta per le antichità e le belle arti (Giunta che era però preposta alla sola predisposizione di interventi consultivi di conservazione, facilmente eludibili). 

Realizzata l'unità, invero, fu continuata la falsariga legislativa tracciata dal Piemonte, tant'è che la Legge 2359 del 1865 si limitò a prevedere null'altro che la possibilità di esproprio dei monumenti in rovina, ma solo qualora questa fosse causata dalla mancata conservazione dei proprietari.

Solo nel 1909 venne poi adottata la Legge 364 sulle antichità, che richiamava quella specifica emanata in materia da Pio VII  nel 1802.

E addirittura bisogna attendere sino al 1939, in epoca fascista -con la emanazione della celebre Legge 1089- per vedere, in Italia, una norma organica dedicata alla tutela delle cose di interesse artistico e storico, ossia alla tutela dei "beni culturali" in senso ampio e degli edifici in particolare. Così come avevano cercato di fare già i Borbone di Napoli, oltre un secolo prima...

Come si vede, quindi, a volte è sufficiente una sana lettura di archivio, per smentire tanti luoghi comuni.

 

Avv. Antonio Boccia

Delegato per la Lucania

Movimento Neoborbonico

 

< Prec.   Pros. >
spacer
Centro Studi
Primati
Risorgimento
Esercito
Eroi
Brigantaggio
1799
Difesa del regno
Sport Sud
Siti dei Tifosi
Compra Sud
Progetto
Galleria
Galleria Immagini
Chi è Online
Abbiamo 131 visitatori online
Utenti
46591 registrati
0 oggi
11 questa settimana
2147 questo mese
Totale Visite
19253156 Visitatori

 
© 2005 Movimento Neoborbonico, via Cervantes 55/5 Napoli.
Tutti i diritti riservati.
spacer