NON COMPRIAMO PIU' LIBERO |
|
|
|
Su Libero del 20 febbraio ben 4 pagine (compresa la prima) erano dedicate a “Napoli macabra” e ai “morti come rifiuti” della città partenopea. Il servizio non è il primo a segnalare l’attenzione particolare che il quotidiano diretto da Vittorio Feltri riserva in genere ai napoletani e ai meridionali. Al di là di critiche giuste e sacrosante rivolte ai “nostri” politici e che gli scriventi non possono che condividere, ci lascia perplessi e amareggiati la ricerca sistematica del “mostro” da sbattere in prima pagina purché abbia l’accento calabrese o pugliese. E non può bastare la premessa che molti degli articolisti utilizzano puntualmente: “Sono di origini meridionali, però…”. Nel caso in questione si riferisce pure di bare che la camorra riutilizzerebbe per farne trucioli da vendere poi alle nostre pizzerie. La camorra riciclatrice di casse da morto con gli interessi internazionali che tutti gli riconoscono? Quello che possiamo notare, invece, è che non si è dato lo stesso rilievo (4 pagine!), in questi tragici giorni, al ruolo che il gruppo Fibe-Impregilo (società, pare, tutt’altro che campana, ma alquanto legata alla zona di Torino) ha avuto nella questione-rifiuti: 800 milioni di euro per non produrre “eco-balle”, per non creare impianti di CDR e (al di là di proteste e carenze locali) per non costruire inceneritori. Non è stato dato lo stesso spazio neanche all’inchiesta che ha condannato quattro veneti per avere sversato illegalmente rifiuti tossici nelle campagne del casertano o alla notizia dei coloranti di Cengio scaricati a Pianura: solo due dei tantissimi casi a dimostrare che le nostre discariche sono piene anche di scarti dannosi e nocivi provenienti da fabbriche collocate oltre il Garigliano. Per questo e per tanti altri motivi invitiamo semplicemente i già pochi lettori di Libero di Napoli, della Campania e del Sud a non comprare più un giornale che, evidentemente, non ci ama… COMUNICATO STAMPA DEL 22-2-08 |