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Poveri Napoletani, poveri Campani

 Dramma-rifiuti e un popolo intero solo e abbandonato a se stesso, contro tutto e tutti. Strade sommerse, rischi di malattie e territori già malati, immagini che fanno il giro del mondo, calunnie, offese e istituzioni assenti, complici o colpevoli, intellettuali e giornalisti silenziosi e conniventi. Solito teatrino televisivo serale con un governatore già inquisito, che da 15 anni “rappresenta” Napoli e la regione, ammette colpe e responsabilità ma non si dimette; un ministro per l’”Ambiente” che in questi giorni non ha speso una sola parola per questa tragedia (e ne aveva spese migliaia per difendere razze dimenticate di uccelli o per abbattere la palazzina abusiva di turno);

un politico leghista che attacca la “razza” campana ma dimentica di dire che le società già al centro delle inchieste giudiziarie (per 500 milioni di euro e lavori mai portati a termine) si chiamano Fibe o Impregilo (gruppo FIAT, solo per fare un esempio) o che in quelle discariche ora stracolme, per anni e con la complicità della stessa camorra, le più grandi aziende del Nord hanno sversato di tutto; un presentatore per due ore col dito puntato contro i “provocatori” delle proteste...

E ancora: una magistratura stranamente lenta o disattenta che solo ora si sta accorgendo dello spreco di 1800 miliardi di vecchie lire in una decina di anni o della presenza di aziende poco pulite tra quelle che hanno chiuso accordi con gli enti pubblici; un sindaco eletto con i voti del governatore che difende il governatore e finge di attaccare il governo; un governo che finge di intervenire solo dopo 15 anni; un’opposizione che non ha mai fatto ossposizione dalle nostre parti e che continua (senza rappresentanti e senza proposte) a non farla; un presidente della repubblica che rilascia dichiarazioni più o meno indignate da Capri (!)... E intanto polizia e carabinieri caricano la gente tra urla di feriti e di sirene e fuochi notturni. Senza capi, senza guide, senza riferimenti, senza rappresentanti politici: contro tutto e tutti, accusata di infiltrazioni camorristiche inesistenti e incredibilmente strumentalizzata come se fosse stata e come se fosse la causa di tutti i problemi, la gente di Pianura è il simbolo di una Napoli che non muore, di una Napoli ferita, umiliata, offesa e disperata che reagisce forse in maniera scomposta ma sincera e vera. Sono loro i Napoletani veri, allora, indignati, arrabbiati e orgogliosi, contro tutte le false promesse di questi anni, contro i falsi “rinascimenti” propagandati da una cultura a pagamento e dai salotti buoni solo a raccogliere appalti e consulenze o contro politici incapaci finanche fare un progetto o un piano per risolvere una questione-spazzatura che solo da noi non rappresenta una risorsa. Nottata dopo nottata, nel nome di una terra che da troppo tempo non è rappresentata da nessuno.

Napoli è Pianura, stanotte.

Una capitale mondiale che diventa, sotto i nostri occhi sconcertati e impotenti, la capitale dei rifiuti. E quella gente, per noi innamorati della storia, somiglia a quella stessa gente sola ed eroica che seppe difendersi contro i francesi nel 1799 o a quella che seppe combattere gli invasori piemontesi dopo un’unificazione italiana che ancora paghiamo a caro prezzo. Come se il tempo non fosse passato. Sempre in attesa di una vittoria e di quel riscatto che aspettiamo da troppo tempo.

Gennaro De Crescenzo
 
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