DUE SICILIE: LIVELLO DI INDIGENZA DELLE FAMIGLIE E SVILUPPO La necessità di una maggiore autonomia e quindi di una Macroregione per lo sviluppo delle Due Sicilie Poche settimane fa è stata pubblicata l’analisi dell’Istat sul livello di indigenza in Italia nel 2006. Da tale analisi si evince che la povertà resta ampiamente concentrata nel Sud; infatti il 65% dei poveri in Italia si trova, purtroppo, nelle nostre Regioni. In particolare nel Sud il 22,6% delle famiglie risulta sotto la linea di povertà relativa contro appena il 5,2% del Nord ed il 6,9% del Centro. Ci sono poi alcune Regioni con criticità particolari come la Sicilia e la Calabria, mentre, all’opposto, al Nord la povertà è poco diffusa se si pensa che in Lombardia l’incidenza è solo al 4,7% ed in Veneto al 5%. Nel Sud la quota delle famiglie povere è quasi 5 volte superiore rispetto a quella riscontrata nel resto d’Italia. Quota % delle famiglie povere sul totale 2006 (alcuni esempi)Sicilia 28,9 Calabria 27,8 Basilicata 23,0 Campania 21,2 Molise 18,6 Valle d’Aosta 8,5 Bolzano 7,1 Toscana 6,8 Trento 5,3 Emilia Romagna 3,9 L’altissimo livello di indigenza è, ovviamente, strettamente correlato al sottosviluppo delle nostre Regioni; tale sottosviluppo è altresì rimarcato dai seguenti parametri di fonte Svimez (purtroppo non disponibile il Lazio Duosiciliano):
| ABRUZZO | MOLISE | CAMPANIA | PUGLIA | BASILICATA | CALABRIA | SICILIA | PIL pro capite: in valori assoluti | 17.455,3 | 15.891,3 | 13.734,5 | 14.108,2 | 15.283,8 | 13.762,0 | 14.040,1 | PIL pro cap.: % del Centro-Nord | 68,8 | 62,3 | 54,7 | 56,4 | 60,2 | 54,6 | 55,9 | Export: milioni di euro | 6.652,5 | 612,0 | 8.330,0 | 6.670,6 | 1.707,4 | 325,7 | 4.339,3 | Tasso di occupazione totale: | 57,6 | 52,3 | 44,1 | 45,7 | 50,3 | 45,6 | 45,0 | Tasso di disoccupazione totale: | 6,5 | 10,0 | 12,8 | 12,8 | 10,5 | 12,9 | 13,5 | IDE: % sul totale Italia | 0,06 | 0,01 | 0,16 | 0,16 | 0,16 | 0,02 | 0,02 | Internazionalizzazione: | 67 | 11 | 118 | 47 | 23 | 15 | 54 |
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| Infrastrutture |
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| Centri intermodali | 47,5 | 0,0 | 21,0 | 29,7 | 0,0 | 29,5 | 60,0 | Binario semplice elettrificato | 144,8 | 77,6 | 109,5 | 89,1 | 111,9 | 84,8 | 154,8 | Binario doppio elettrificato | 42,6 | 24,7 | 179,6 | 79,0 | 11,7 | 81,9 | 27,5 |
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| Indici SVIMEZ |
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| Indice sintetico SVIMEZ a) | 77,1 | 0,9 | 130,1 | 79,2 | 0,6 | 100,8 | 131,1 | Indice sintetico SVIMEZ b) | 58,2 | 22,6 | 41,6 | 33,1 | 31,9 | 24,5 | 38,8 | Indice sintetico SVIMEZ c) | 77,5 | 48,2 | 72,4 | 65,6 | 67,7 | 71,4 | 68,6 | Indice sintetico SVIMEZ d) | 74,3 | 54,7 | 53,8 | 57,0 | 56,1 | 43,3 | 48,2 |
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| Legenda: |
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| IDE: Investimenti diretti esteri |
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| Internazionalizzazione: imprese a partecipazione estera in Regione |
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| Centri intermodali (su indice nazionale 100) |
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| Binario semplice elettrificato (su indice nazionale 100) |
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| Binario doppio elettrificato (su indice nazionale 100) |
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| a) Indice sintetico SVIMEZ di dotazione di infrastrutture su media UE pari a 100 |
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| b) Indice sintetico SVIMEZ relativo a innovazione e ricerca e sviluppo su media UE pari a 100 |
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| c) Indice sintetico SVIMEZ relativo a risorse umane e formazione su media UE pari a 100 |
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| d) Indice sintetico SVIMEZ di vitalità economica del sistema produttivo su media UE pari a 100 |
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Per quanto concerne il PIL pro capite si va da un gap, rispetto alle Regioni italiane del Centro-Nord, del 31% dell’Abruzzo ad un gap di ben il 45% per la Calabria e la Campania. I tassi di disoccupazione a due cifre sono inammissibili e tutte le Regioni, a parte l’Abruzzo che è comunque lontano dal resto d’Italia, hanno cifre pari almeno al 10,0% del Molise fino al 13,5% della Sicilia. Le percentuali di IDE (Investimenti diretti esteri) sono semplicemente irrisorie; si va dallo 0,01 del Molise allo 0,16 di Campania, Puglia e Basilicata. Assolutamente insufficiente anche la percentuale, sull’indice nazionale, del “binario doppio elettrificato” con Regioni come la Basilicata, il Molise e la Sicilia ad appena l’11,7, il 24,7 o il 27,5. La tabella mostra una situazione di assoluto squilibrio generale non solo nei confronti dell’Italia Centro-settentrionale ma anche dell’UE. In altre parole non c’è solo uno o due parametri da implementare ma è tutta un’economia da rifondare partendo dalle infrastrutture e da una politica economica che sia orientata ad attrarre gli investitori esteri. Non è possibile che nel 2007 alcune Regioni non abbiano proprio centri intermodali o li abbiano in misura così insufficiente rispetto alla media nazionale. Stesso discorso per la persistenza, ancora nel 2007, del binario semplice elettrificato. Anche la percentuale, fondamentale, dell’IDE è assolutamente, mi si perdoni, “ridicola” rispetto alla media nazionale per tutte le sette Regioni esaminate. Senza investimenti dall’estero la nostra economia non decollerà mai. Crediti di imposta, zone franche, fondi europei sono solo dei palliativi che, senza una seria politica decennale sulle infrastrutture e sull’attrazione degli investimenti ,serviranno a ben poco; solo, forse, alla sopravvivenza come da 147 anni a questa parte. Non si può prescindere, come più volte ribadito, da una politica economica autonoma rispetto al resto d’Italia (ed i parametri su esposti lo testimoniano efficacemente) ed da un organismo in grado di gestirla nell’interesse esclusivo dei Duosiciliani . Questo organismo, nel rispetto degli attuali dettami costituzionali, non può che essere la Macroregione, per la cui gestione servirà una nuova classe politica ed una nuova classe dirigente. Non vedo purtroppo, al momento, altre alternative valide. Nel 1856 eravamo il terzo Paese al mondo per sviluppo industriale dopo Inghilterra e Francia e primo in Italia. Da quei giorni ne è passata di acqua sotto i ponti. Quel risultato, però, ha lasciato a noi posteri un’ importante eredità: con una guida saggia ed onesta noi duosiciliani siamo capaci di tutto, anche di essere all’altezza dei migliori di quel tempo. Abbiamo solo bisogno di guide sagge ed oneste. Luca Longo |