Se un giorno di questi la Televisione di Stato annunciasse una serie di trasmissioni per mostrare finalmente il vero volto del Regno borbonico, spiegando anche le ragioni della sua caduta e quelle della damnatio memoriae che ha colpito la nostra storia e il nostro popolo, facendo ammenda di tutte le ingiustizie ai nostri danni; Se il Governo emanasse una circolare raccomandando i Comuni del Sud a cambiare i nomi delle strade dando il giusto rilievo alle personalità che hanno dato lustro al Regno delle Due Sicilie; Se editori ed insegnanti si decidessero ad aggiornare i libri di testo per offrire agli studenti una visione più autentica della nostre storia, Non mancherebbero di certo lettere infuocate da parte di numerosi militanti, che offesi stigmatizzerebbero un errore di data, l'insufficiente importanza data a qualche personaggio invece a loro avviso fondamentale, la mancata condanna di qualcuno considerato un traditore. Se si vuole, si trova sempre qualcosa da criticare, specie se si fa di questa la propria principale occupazione. Il documentario trasmesso l'altra sera da Raitre conteneva numerose inesattezze e cedeva ad una visione che non può spingersi a considerare i Borbone una dinastia illuminata e il loro Regno una nazione felice; chi si aspettava questo è uno sciocco o un ingenuo. Certo, non può piacerci il fatto che venga presentata quasi come una bizzarria il contrasto (nella realtà inesistente) tra l'indole reazionaria di Ferdinando Secondo e gli enormi progressi che caratterizzarono il suo regno; né possiamo considerare onesta la descrizione della condizione dei contadini meridionali, come se essa fosse peggiore di quella dei contadini di tutta l'Europa, come se all'abnorme povertà dei contadini del Regno facessero riscontro i lussi di corte. Eppure, a quanto mi risulta, per la prima volta la Rai ha presentato in prima serata alcuni dei numerosi primati economici e tecnologici del nostro Paese. Ha mostrato alcuni dei tesori che i Borbone ci hanno lasciato e, ciò che a me appare rivoluzionario, ha detto a chiare lettere che l'unità d'Italia è stata causa enormi sofferenze per il Sud e che da essa è iniziata l'emigrazione che ha decimato il nostro popolo, arrivando a definire quello che fino ad oggi era chiamato brigantaggio una guerra civile. Chi si aspettava uno spot del Movimento Neoborbonico, insomma, è rimasto deluso. Chi credeva che la Rai avesse deciso di cambiare sostanzialmente rotta e andare contro gli stessi interessi di chi la finanzia ha di che protestare. Io preferisco pensare che, in ogni caso, un piccolo passo avanti ci sia stato, e non posso fare a meno di rallegrarmene. Il Movimento Neoborbonico ha sempre sostenuto che le vere conquiste sono fatte di piccoli passi, che sono tanto più solide quanto più sono graduali. Non possiamo buttare giù il muro con una spallata, ma dobbiamo aprire una breccia a mani nude, centimetro dopo centimetro: nessuno ci regalerà mai niente. Chi non si rende conto di questo non ha capito niente, oppure non ho capito niente io. L. C.Costantino |