Non mi è piaciuto il programma di Angela trasmesso ieri sera da Rai3 e avente per tema il Regno delle Due Sicilie.
Sembrava buono, sembrava innovativo perché, nella parte iniziale e in quella finale elenca, credo per la prima volta in Rai, i primati del regno dei Borbone. Aaah. Ti fa inorgoglire, è innegabile. Ma poi… Nella parte centrale, dopo la descrizione della magnificenza delle regge, dei palazzi, delle collezioni d’arte ecc, si passa all’illustrazione della condizione dei contadini che, nella ricostruzione di Angela, appare miserrima. Qui non mi ritrovo più. Primo: se la condizione dei lavoratori della terra fosse stata cosi come illustrata da Angela, non si capisce perché il conte Alessandro Bianco di Saint-Joroz, capitano piemontese del Corpo di Stato Maggiore Generale dell’esercito, avrebbe scritto, nel 1864 che … “Il 1860 trovò questo popolo del 1859 – il Popolo delle Due Sicilie – vestito, calzato, industre, con riserve economiche. Il contadino possedeva una moneta e vendeva animali; corrispondeva esattamente gli affitti; con poco alimentava la famiglia. Tutti, in propria condizione, vivevano contenti del proprio stato materiale. Adesso è l’opposto. […] Nobili e plebei, ricchi e poveri, qui tutti aspirano, meno qualche onorevole eccezione, ad una prossima restaurazione borbonica” (Ohibò! Aspirazione ad una “prossima restaurazione borbonica”? E come si spiega!? Erano tutti masochisti i duosiciliani!? Non credo).
Secondo: se i contadini stavano così male, e se costituivano la maggior parte della popolazione, perché emigrazione massiccia non ci fu prima dell’unità? In realtà, come tutti sanno (tranne, forse, in Rai) l’esodo, di dimensioni bibliche, avvenne solo dopo il 1860! Non mi sembra che, ai tempi dei Borbone, l’accesso ai porti fosse negato al popolino, anzi: non mi pare che ci fossero muri che impedivano, a chi voleva squagliarsela per raggiungere altri lidi e altre condizioni di vita, il possibile imbarco sui bastimenti che partivano per terre assai lontane!
Facevo notare, ad un amico in una pizzeria di Napoli (lo feci apposta ed aumentando il tono della voce perché, accanto a noi, sedeva una famiglia di lombardi) che, nei dipinti illustranti spaccati di vita del regno dei Borbone, la gente non è mai raffigurata triste, malnutrita, disperata. È vero: si cerca sempre di migliorare la realtà ma, allora, se quelli rappresentati come vivi e vitali nel regno duosiciliano erano morti di fame, i mangiatori di patate di van Gogh che erano, zombie?
Terzo: non si parla, nel programma, delle “classi” non impegnate nell’agricoltura ma occupate, direttamente o indirettamente, nei numerosi opifici del Regno che, nella sua sola parte continentale, ne contava ben 5.000. Il 51% di tutti gli occupati nell’industria della penisola stavano qui e , se si considera che noi avevamo appena il 37 per cento della popolazione italiana, ne risulta che da noi essi erano percentualmente ben superiori a quelli che, nelle altre parti d’Italia, erano impegnati nell’industria. Questo ad Angela è sfuggito (o, forse, dati i tempi, è ancora troppo presto, ci vuole ancora troppo coraggio per non lasciarselo sfuggire. Dunque, il Copernico ufficiale della Rai, per quanto attiene alla questione Condizioni socio economiche nel Regno delle due Sicilie, forse deve ancora nascere).
Ma qualche indizio c’è. Nel programma, infatti, si accenna al fatto che a San Leucio lavoravano anche operai provenienti da altre “regioni” d’Italia, ma resta un dato isolato, non spiegato. Se lo avessero illustrato, delucidato, avrebbero dovuto dire che, in quei tempi finora tanto vituperati, erano gli stranieri che emigravano qui, da noi, tant’è che noi non conoscevamo l’emigrazione massiva che sol dopo l’unità dovemmo considerare quale unico mezzo di salvezza per sfuggire, questa volta sì, alla morte per fame.
Si accenna anche ai cantieri navali più grandi del mediterraneo (tacendo su tutto il resto: le ferriere, Pietrarsa, le cartiere, gli opifici tessili, ecc ecc) ma chi ci lavorava? Reietti di qualche altra parte del mondo? E il loro indotto? Mistero!
In conclusione, se stavano così male le classi inferiori, a parte che avrebbero dovuto emigrare già prima dell’unità ma, poi, perché se lo sarebbero difeso così tanto il loro Re? Erano i nobili che accoglievano Garibaldi con doni (cavalli, per esempio), il popolo minuto, accoglieva i vari Pisacane, Bandiera ecc con zappe, falci e falcetti e, gli stessi garibaldini, come cani in chiesa! Dunque? È sfuggito al pur bravo Angela tutto questo? Mi sembra incredibile. Forse è più a suo agio quando parla di Astronomia, di Biologia, Fisica … che ne so!?
Certo è che, con un programma così strutturato, in ogni caso, viene confermata la vulgata risorgimentale (ed è soprattutto per questo che non mi è piaciuto). A fronte, infatti, di una corte brillante, ricca di spunti, colta anche, da esso emerge la raffigurazione del popolo (che, nella ricostruzione di Angela, sembrerebbe fatto di soli contadini) assolutamente disgraziato, derelitto, morto di fame. Dunque, concluderebbe un ignaro telespettatore, a che servivano i primati elencati? Al popolo niente; ai Borbone regnanti sì: forse servivano per farsi belli (e questa è la vulgata che ci fanno sorbire dai sussidiari delle elementari ai saggi ponderosi post universitari). Ci risiamo. È cambiato qualcosa? A me sembra di no. La foglia di fico che copre le pudenda dei risorgimentalisti è ancora ben salda al suo posto. Per farla cadere ci vorrà un altro autunno.
No, a me il programma non è piaciuto per via di questo messaggio latente che esso veicola e che finisce per confermare la vulgata ben al di là dell’apparente innovazione rappresentata dai dati trasmessi circa i primati. Forse si è trattato di un programma cerchiobottista; ma quando quello che passa, che esso veicola, è latente e diametralmente opposto a quanto esplicitamente detto, beh… a me qualche dubbio sulla buona fede di chi l’ha scritto … viene. Spero di essermi sbagliato. Non per i Borbone; non per il Regno delle due Sicilie. Ma per la RAI e, di nuovo, per gli Angela (o chi per essi).
Futuro.
P.S.
Qualche dato.
| Regno delle Due Sicilie | Regno di Sardegna | PIL (lire) | 2.620.000.000 | 1.610.000.000 | Riserva aurea (lire) | 443.000.000 | 27.000.000 | Debito pubblico (lire) | 411.000.000 | 1.121.000.000 | Medici | 1 ogni 958 abitanti | 1 ogni 1.859 abitanti | Carboidrati (razione pro capite) | 418 grammi | 270 grammi | ecc | ecc | ecc |
Perché questo ad Angela è sfuggito? |