Frequentando la storia patria autentica, mi sono formato la consapevolezza che meridionale, anche se riferito ad un popolo, anche se scritto con la maiuscola, è semplicemente e nient’altro che una connotazione geografica. Indica, perciò, tutto e nulla. Un popolo che accetta questa definizione accetta di essere …nulla.
Meridionale è un tailandese nei confronti di un cinese ma anche un newyorkese rapportato, come latitudine, a un abitante di Toronto. Il tailandese, però, è anche orientale rispetto ad un indiano, ma occidentale rispetto a un giapponese: geograficamente parlando, in somma, è tutto e nulla.
Meridionale è … uno che sta a sud di qualcos’altro. Non ha nessun altra connotazione se non quella geografica: non ha caratteristiche salienti se non quella che ha a che fare con la latitudine e dalla quale discende il suo nome. A ben riflettere, dunque, anche il nome affibbiatoci (e da noi regolarmente accettato) è segno della poca stima di cui godiamo. Siamo … “Qualcosa che, geograficamente, sta a sud di qualcos’altro”. Ecco: basta così!. Niente filosofi, niente storia (ce l’hanno cancellata a scuola), niente cultura (ce l’hanno negata), niente economica (questa ce l’hanno distrutta con l’unità), niente apparato produttivo (idem); niente di niente che valga la pena di prendere in considerazione per darci un altro nome… (ma perché, poi, ce lo devono dare gli altri il nome?). Il nome … meridionali, nella considerazione, nella volontà nei programmi nei progetti di chi così ci ha voluti, rispecchia il nulla che dovevamo e siamo regolarmente diventati (essere una colonia interna, un mercato, un serbatoio di braccia e voti, non è caratteristica pregevole tanto da essere presa in considerazione per la tassonomia e, soprattutto, se così si facesse, si scoprirebbero gli altarini e, dunque, risulterebbe controproducente). È misero anche il nome affibbiatoci, quindi, ma rispecchia il ruolo assegnatoci dal programma voluto e realizzato dai risorgimentalisti (risorgimentalisti pro domo loro). E, anche in questa … miseria nomenclaturale, il Nord è il punto di riferimento. Come dire, di un newyorkese, che è un orientale: “ma perché?” si potrebbe obiettare. Perché prendere a riferimento la costa occidentale? Lo si potrebbe considerare settentrionale rispetto ad un abitante della Florida o meridionale rispetto ad un canadese. Meridionali, dunque? No: persino per gli insetti e i funghi (meravigliosi a modo loro) si procede in modo diverso per assegnare i nomi. Oddio: a qualcuno può anche stare bene questo. E se lo tenga; certo non potrà dire che è dei nostri. Duosiciliano è, invece, colui che ha acquistato una coscienza di sé, del suo passato, del suo presente (…e del suo domani) mediata dalla conoscenza della sua vera storia, del suo vero vissuto storico e vuole “muoversi” , perciò, di conseguenza. Dunque, non è una questione di etichette.
Io, una volta ero meridionale. Ora sono Duosiciliano.
Futuro. P.S. Siamo un peso. Questo, in un servizio trasmesso poco fa ad Annovero (Rai 2), ha detto di noi un veneto. Loro, ha aggiunto, hanno il 9% del Pil. Un gigante così, che se ne fa di noi? Edificante! Persino lo zero, in aritmetica, conta più di noi, il nulla di questo paese.
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