Pagina 1 di 2 Come da più parti annunciato ieri, 25 Settembre, si è tenuta al Teatro Nuovo di Verona la proiezione in anteprima del documentario "Viaggio nel Regno delle due Sicilie: alla scoperta dei suoi gioielli." di "Ulisse, Il piacere della scoperta", la trasmissione di Raitrè condotta da Alberto Angela. I comitati di Modena e di Reggio Emilia nelle persone di Luigi Costantino, Marco Fortunato e Francesco Varchetta si sono recati nella città Scaligera per assistere all'evento, riportandone una impressione molto favorevole. E' certamente un documentario da vedere (sarà trasmesso in prima serata il 29 Settembre). Il lavoro fatto dalla "famiglia Angela", dopo il biasimevole episodio passato su Garibaldi può essere giudicato come buono. La scelta di illustrare l'argomento suddiviso in "schede", ognuna per ambito (es. I contadini, Il Re Lazzarone ecc...) come d'abitudine per il programma, ha reso il tutto un pò ingessato e forse schematico, facilmente assimilabile ma proprio per questo generico, in alcuni punti, mentre altri temi sono stati affrontati (vedi quello dell'industria e dei primati) in modo abbastanza soddisfacente e tutto sommato veritiero. Certo è mancata quella punta di coraggio in più: ma cos'altro possiamo chiedere ad una trasmissione che un anno fa circa ha mandato in prima serata una riporevole puntata su Garibaldi? E' certamente questo un buon passo avanti, segno che l'aria nuova della verità, pian piano, stà spazzando via quelle "nebbie" che si erano adagiate soporifere, sulla consapevolezza di noi stessi. A fine documentario, mentre scorrevano ancora i titoli di coda, un applauso ha sottolineato il gradimento dei presenti ed in quel momento, due bandiere della nostra patria sono state fatte sventolare per qualche lungo minuto dalla balconata da cui avevamo assistito alla proiezione, non senza suscitare brusio e sguardi attoniti tra i presenti. Intanto che il Signor Alberto Angela si materializzava nella sala per prendersi i meritati complimenti, siamo usciti, incontrando un compatriota residente in provincia di Vicenza che si è precipitato a stringerci la mano. Tutti insieme, subito dopo, siamo entrati nella sala e, piegata, abbiamo donato una delle bandiere al Signor Angela, non senza prima avergli strinto la mano e non senza avergli detto chi eravamo: Neoborbonici.
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