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La politica che non voglio PDF Stampa E-mail

Non so quale sarà la politica della “Cosa” che nascerà dal Movimento; so, però, quale politica  non vorrei domani  … esattamente come non la voglio oggi.

Guerra ai poveri” titolava in prima pagina, a caratteri cubitali, un giornale a diffusione nazionale del 13 settembre us. Il titolo campeggiava su una grande foto  raffigurante la spazzola usata abitualmente dai lavavetri. Evidente il richiamo alle recenti decisioni di alcuni sindaci che hanno voluto sistemare, diversamente, gli immigrati che si arrangiano in questo modo ai semafori delle città italiane..

Guerra” !? Se la questione viene presentata in questi termini, tutti siamo portati a dire… <<No! Che orrore! Fare la “guerra” a chi già non ha! È un’ignominia che non s’ha da fare>>.

E, pur non essendo abitanti di quelle città, rigetteremmo tale deliberazione finendo per  infoltire le fila dei suoi detrattori.

L’effetto cercato  potrebbe essere proprio quello di far fare, in questo modo, pressione, sia pure indiretta, su quei Sindaci che hanno adottato il provvedimento.

Ecco: a me non va una Politica che, sovrascrivendo ad azioni pratiche e necessarie  un significato ideologico inappropriato, finisca per renderle inattuabili magari attraverso l’apposizione ad esse di una connotazione morale negativa (…che, facendo leva sull’emotività del cittadino, ne porti le determinazioni altrove rispetto al fine verso cui una sana razionalità le indirizzerebbe).

 

Non si tratta, è ovvio, di fare la “guerra” a chi non ha, ma di far sì che anche chi non ha si adegui alle regole del vivere civile per cui, di fronte ad un cortese rifiuto, non reagisca imbrattando l’auto e i vetri del malcapitato con l’acqua sporca della sua spazzola abilmente agitata con movimento rotatorio.

I poveri, chi non ha, sono miei fratelli quanto e forse più di chi ha. Ma le regole devono essere valide per tutti, e quindi anche per loro.

Riscaldamento globale. A margine della conferenza sul clima in corso a Roma, è stato detto che l’Italia dovrebbe spendere 5 miliardi di euro all’anno per ridurre le emissioni di CO2 .

Per altre vie sappiamo che un terzo dei climatologi  non è convinto che sia la CO2 il responsabile dell’aumento della temperatura  atmosferica e un buon altro terzo non si pronuncia né a favore né contro tale ipotesi. Come si può concludere, allora, che essa sia operativa e pretendere di spendere, ogni anno, ben 5 miliardi di euro  presi da un bilancio già decisamente disastrato per eliminare o ridurre una causache potrebbe non essere tale?

La CO2 , dicono gli scienziati, rappresenta  il 2% di tutti i gas ad effetto serra presenti in atmosfera.

Il 98% della CO2 atmosferica è, però, di origine naturale, non antropica.

Quindi, per parte sua, l’Uomo, con le sue attività, immette in atmosfera solo il 2% del 2% dei gas serra in essi presenti (cioè lo 0,04 %). Come dire che, su 10.000 molecole ad effetto serra presenti in una aliquota di aria, 200 sono di CO2  e, di queste 200, solo 4 sono state prodotte dalle attività umane. 4 molecole prodotte da noi uomini e 9.996 di origine naturale.

Potenza delle piccole cose: quello 0,04%, quelle 4 molecole ogni 10.000 possono provocare tante catastrofi climatiche! E sì, perché, dicono i fautori di questa teoria, il comportamento caotico, i sistemi complessi …(il famoso battito d’ali che, verificatosi a Largo di Palazzo, provoca un disastroso tornado sulle coste delle Filippine) fanno sì che bastino.

Intendiamoci: è così. I sistemi complessi hanno di questi punti che rendono possibili, partendo da piccole cause, effetti enormi ed impensabili.

Ma allora, siccome (affermano gli scienziati) la CO2 presente in atmosfera varia, di anno in anno, anche 6 volte (per esempio da 0,5 a 3 ppm) e siccome di anno in anno quella emessa dall’uomo è praticamente costante, se tanto mi dà tanto, piccolo per piccolo, transizione per transizione, qual è l’effetto che queste variazioni ben più massicce dovute alla CO2 di origine naturale possono avere sul clima?

E  ancora, sempre nella logica caotica del grande effetto dovuto alla piccola causa, perché non tener conto dell’aumento dell’attività magnetica (e non solo) del Sole? Perché non considerare, tra le possibili cause, anche l’aumento (in verità ancora da riverificare) della quantità di energia che arriva dal Sole (costante solare)?

In fondo, pare che anche su altri corpi del sistema solare sia, negli ultimi anni, aumentata la temperatura. …

Qualcuno vuole che si cambi il sistema produttivo? Che cambi l’organizzazione della Società?

Ne parli, ci provi per altre vie, ma non ci faccia correre il rischio di spendere, inutilmente, cinquemila milioni di euro all’anno perché gli è cara una certa idea della vita e della società.

D’altra parte, verificate per buone le misure che ci danno aumentata la temperatura anche di altri corpi del sistema solare, e perdurando questo tipo di approccio al problema,  quanti soldi saremmo chiamati a spendere  per accollarci, in primis, già solo la spesa dei Soloni che saranno chiamati a convincerci che anche in quel caso, nostra è la colpa, nostro è il “battito d’ali” che ha causato tanto sconquasso in mondi così lontani?

E quali cambiamenti saremo chiamati ad apportare al nostro sistema di vita?

Ci potrebbe essere chiesto, magari, di ridurre il metabolismo, forse anche di muoverci poco (meglio se in  maniera controllata);  e parlare poi? Ancora meno…

Beh, a questo punto meglio mi starebbe un libero aumento della temperatura con tanti saluti per i riscaldamenti atmosferici di Marte, Giove e compagnia bella…

Anche questa è una politica che non voglio più.

Futuro.

P.S. Alcuni link.: 

L’aumento della temperatura dovuto ai raggi cosmici “schermati” dalla maggiore attività magnetica del Sole.

http://www.galileo2001.it/materiali/documenti/Franco_Battaglia/07_05_05_battaglia.php

La temperatura della Groenlandia, nel passato, è aumentata di 7 gradi in soli 50 anni… http://www.galileo2001.it/materiali/documenti/Franco_Battaglia/05_09_20_battaglia.php

Franco Battaglia http://www.galileo2001.it/materiali/documenti/Franco_Battaglia/index.php 

Notizie giornalistiche:

Repubblica

http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/scienza_e_tecnologia/clima-spazio/clima-spazio/clima-spazio.html 

Corsera

 http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/02_Febbraio/02/newton.shtml

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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