Il buon successo del V-day organizzato da Grillo, che tra le sue "istanze" assieme alla lotta contro la corruzione dei politici, al no-TAV, al no-rigassificatori e all'energia pulita, comprende anche la riscrittura della storia risorgimentale in senso spiccatamente neoborbonico, ci obbliga a seguirlo con attenzione. Questo, ovviamente, non fa di Grillo sic et simpliciter un neoborbonico o un sincero amico delle Due Sicilie, ma forse nemmeno uno dei tanti nemici che la valle padana ha sfornato in abbondanza negli ultimi due secoli. In ogni caso, a prescindere dal Masaniello genovese, vorrei sottolineare un concetto che qua e là mi pare emerga da diversi interventi, e cioè la CITTADINANZA DUOSICILIANA. In generale, per rivendicare il diritto di cittadinanza in un luogo o Paese, legalmente bisogna avere almeno uno dei seguenti requisiti: 1. essere nato in quel luogo 2. avere genitori nati e vissuti in quel luogo 3. avere meriti speciali di amicizia verso quel luogo Storicamente, durante la lunga e ricchissima storia del Regno (o dei Regni) delle Due Sicilie, si sono verificati diversi notevolissimi episodi di "naturalizzazione", ovvero di cittadini stranieri, provenienti da luoghi, culture e tradizioni diverse da quella napolitana e siciliana, che trasferendosi a vivere nelle nostre terre sono diventati IN TUTTO E PER TUTTO cittadini delle Due Sicilie, acquisendone lingua, costumi e tradizioni ed arricchendoli con (parte di) quelli propri d'origine, che poi sono diventati patrimonio comune di tutta la nazione duosiciliana. Quest'attitudine ad attrarre e naturalizzare gli "stranieri", dall'invasione sabaudo-garibaldina in poi è andata via via scemando, arrivando al presente in cui si verifica assurdamente l'esatto opposto, e cioè che nessuno straniero guarda più alle Due Sicilie come una terra benedetta da Dio, e addirittura coloro che PER LORO FORTUNA sono nati nelle Due Sicilie da famiglia duosiciliana RINNEGANO la propria cittadinanza per diventare cittadini di qualche altro luogo, per rabbia o vergogna o opportunismo. Riscrivere la storia italiana dell'Ottocento è un tassello fondamentale per ribaltare l'attuale situazione violentemente CONTRO-NATURA; e accanto alla riscoperta di un legittimo orgoglio identitario, forse vale anche la pena ricordare i "processi di naturalizzazione napolitana e siciliana" di Ruggiero II d'Altavilla, di Alfonso d'Aragona, di Jusepe de Ribera, di Carlo di Borbone e di Theodor Von Wittel diventato Voiello. Forza e onore, Mario Bellotti |