http://www.effedieffe.com/lettere.php 30/08/2007 10.30 L’albero della Libertà
Gentile direttore,
le scrivo in merito all’articolo “Sparito il capitale sociale” in cui fa una ottima analisi dell’attuale situazione economica e riflette sulle possibili e costruttive soluzioni. Lei scrive che la Rivoluzione Americana non ha nulla a che fare con il Giacobinismo Europeo, perchè scacciò gli inglesi dagli Stati Uniti, tuttavia furono proprio gli animi caldi dell’Illuminismo francese ad accendere la scintilla nelle menti dei rivoluzionari americani. E’ di conoscenza comune il fatto che la Francia intervenne a fianco dei coloni insorti, sostenendoli economicamente e militarmente. Le conseguenze della rivoluzione americana in Inghilterra, costrinsero Giorgio III a rinunciare al tentativo di far prevalere le prerogative della corona a scapito del Parlamento. Nemmeno un secolo dopo, nel 1861, scoppiò la Guerra di Secessione, stesso anno in cui si era conclusa la Rivoluzione Italiana. (A cui peraltro parteciparono dei fedelissimi ma scomodi soldati borbonici che Cavour fece deportare negli States). Anche se lei prende le distanze dal Giacobinismo europeo, però auspica un nuovo Albero della Libertà, che ricordo è invenzione giacobina. Durante la Repubblica Partenopea (o meglio la colonia francese di Napoli) ne fu eretto uno anche a Napoli, nella zona vicino il porto denominata “Porto Salvo” e che fu sradicato dai “rivoluzionari” dell’Armata della Santa Fede del cardinale Fabrizio Ruffo, il 13 giugno del 1799. Al suo posto fu eretta una stele, presente ancora oggi, denominata “Guglia di Porto Salvo” che presenta un effige della Madonna, un crocifisso in alto e delle iscrizioni in latino che parlano di “perdono” e non di “rivoluzione”. Ma chi decide chi sono patrioti e chi i tiranni? Chi decide chi siano i buoni ed i cattivi? Ma siamo sicuri che il popolo americano sia davvero così innocente ed ingenuo? Io credo invece che parecchi americani, molti dei quali oggi sono nei guai, abbiano gli occhi accecati dal materialismo che dopo averli malsaziati, adesso chiede il conto. Credo che la rivoluzione sia necessaria prima nell’anima, altrimenti si rischia che i “poteri forti” prendano le redini di una rivoluzione per diventare ancora più forti, come succede peraltro in tutte le rivoluzioni fisiche. “Cambia tutto per non cambiare nulla” diceva il saggio Tomasi da Lampedusa.
Cordiali saluti
Davide C.
Articolo che ha suscitato la lettera: http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2213¶metro=
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