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processo a Garibaldi - dettagli di un testimone PDF Stampa E-mail

Finisce inaspettatamente per il pubblico di Romagna, fra i mugugni dei fedelissimi garibaldeschi, dove Garibaldi "giocava in casa", il processo di S. Mauro Pascoli che vede una assoluzione di stretta misura  per Garibaldi (4 giurati pro, 3 giurati contro), per "insufficienza di prove" come si desume dalla relazione del cancelliere (Antonio Carioti del Corriere della sera). La sentenza recita infatti: "pur riconoscendo alcuni eccessi ed errori nelle campagne garibaldine, in cui anche il generale ha responsabilità, si sottolineano altresì i meriti acquisiti da Garibaldi nel realizzare i processi che hanno condotto all' unificazione del paese. Si è inoltre verificato come vicende di disordini, violenze, ingiustizie, siano purtroppo fisiologiche in guerre e rivoluzioni. Si è quindi ritenuto che le prove dell' accusa siano insufficienti per condannare l' imputato che viene pertanto assolto". L' accusa appassionata di Angela Pellicciari, non interrotta dalla improvvisa pioggia, evidenziava la mancanza di rischio e di eroicità si fondava sulle testimonianze del siciliano Giuseppe La Farina, relative alla preparazione della spedizione dei mille ed alla sua conduzione, e su altri documenti ormai di dominio pubblico (vedi l' opera della stessa Pellicciari " I panni sporchi dei mille"); la Pellicciari ha sottolineato l' irrazionalità e la strumentalità del "mito garibaldi" per coprire un vuoto di valori veramente unificanti, che andrebbe invece indagato nelle sue ragioni; altri scoop anti-Garibaldi offerti dalla accusa: l'eroe dei due mondi trasportava anche schiavi cinesi  fra un carico e l' altro di guano, nella spola fra l' america del sud e del nord, il "ritiro dorato" a Caprera con una pensione d' oro di 100mila lire all' anno (una enormità per il 1870!!), l'arruolamento in Sicilia di bambini anche come staffette e spie, come nel regime di Pol Pot..
 La difesa da parte della irlandese Lucy Riall, che ha pubblicato per Laterza "Garibaldi l' invenzione di un eroe", col suo italiano insicuro ha ingenerato il sospetto di aver letto un copione stantio passatogli all' ultimo momento da qualche trombone risorgimentalista, dove la tesi prende il posto dei fatti. Il testimone dell' accusa  Galli della Loggia dopo un iniziale imbarazzo per il suo ruolo ha esordito dicendo che il processo andrebbe sciolto perchè il giudizio non può essere affidato agli storici... forse intendeva dire che il giudizio spettava al popolo? non è dato sapere.. continua poi il suo intervento come cosa dura a dirsi ma necessaria e si sofferma sul garibaldismo definito come "patriottismo sovversivo" o "sovversivismo patriottico" che ha avuto fra i suoi esponenti quegli exufficiali garibaldini che rappresentarono la "sinistra della sinistra storica", sopratutto dopo la battaglia di Mentana, quando la sfiducia verso il parlamentarismo sfociò in aperta opposizione al governo, insomma garibaldismo sinonimo di "radicalismo insofferente" di cui vediamo ancora le tracce nell' attuale sistema politico, insomma garibaldi padre di un vizio politico nazionale. Quindi Galli della Loggia accusatore del "mito politico" di Garibaldi più che dei fatti contestati. L' intervento di Galli della Loggia fa eco e traduce in linguaggio politically correct la nostra richiesta esplicita di giudicare Garibaldi, nella campagna di Sicilia, per "Terrorismo internazionale finalizzato al rovesciamento del governo legalmente riconosciuto delle Due Sicilie". Galli della Loggia ha sostanzialmente tradotto terrorismo con sovversivismo analizzando la presenza costante di tale atteggiamento nella storia unitaria dell' italia. Possiamo ritenerci soddisfatti di questo ulteriore passo verso la verità storica.

Francesco del. RE

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