Ho letto la risposta che M Blondet ha dato alla lettera di Mario Bellotti. Mi sembra che essa si presti ad alcune considerazioni che qui vorrei fare. Innanzi tutto, se il titolo dell’articolo di Blondet, articolo che non ho letto, era … Senza patria si brucia beh, ritengo che esso si attagli tanto bene alla condizione di noi meridionali orfani della patria duosiciliana, che propongo quasi di adottarlo come résumé, come sintesi lapidaria della nostra condizione post unitaria. Dunque … merci, monsieur Blondet! Blondet,poi, pone una domanda a Bellotti: perché non è stato il Sud a unificare l’Italia? La risposta, a guardare le condizioni pre e post unitarie delle due parti in causa (regno di Sardegna e Regno delle Due Sisiclie) mi sembra fin troppo evidente: buttando lì, così, certo non da storico, mi viene infatti da dire … perché non aveva, il sud borbonico, le pezze al c. così come, invece, le avevano i tosco piemontesi (“la Toscana e il Piemonte erano indebitati fino ai capelli” conclude infatti, alla fine della sua lunga ed approfondita analisi, Francesco Saverio Nitti). E, rincarando la dose (sempre Nitti) … “il regno di Sardegna era in pieno fallimento” poco prima dell’unità. Logico pensare, dunque, che la sua classe dirigente, i suoi maggiorenti, spaventati dal crac imminente si scoprissero (per dirla con Blondet) improvvisamente pervasi da un profondo senso dell’Italia e, scevri da particolarismi (…Dio!! Non ho parole né respiro!), si dedicassero, con tanti sacrifici e senza preoccupazione alcuna per l’avvenire loro e di quello della lor Terra, all’unificazione dell’Italia (rivelatasi poi – ma guarda! - tanto cara al Capitale del Centro - Nord.). Mi si consenta un inciso: non è consolante vedere come, qua e là, nella più terrena umanità , ogni tanto si accenda una fiammella che dà il segno della presenza, in tanta gretta umanità, di un etereo anelito all’Infinito e all’Assoluto?! Il risorgimento è una di esse, a quanto pare! Il Regno delle Due Sicilie con la bilancia commerciale in attivo nei confronti di tutte le regioni italiane pre unitarie (Toscana esclusa), con un export verso gli USA che era il quintuplo di quello del Piemonte, con un export consolidato e in espansione verso il resto d’Europa, non aveva nessun interesse a fare una guerra di conquista: non ne aveva motivazione alcuna e, anzi, aveva motivazione al contrario. Forse, aggiungerei, era anche una questione di civiltà; ma questa è una mia opinione e la tengo per me. Come chicca finale Blondet ci regala una frase (“anche la politica aborre il vuoto”) con la quale vorrebbe significarci che, in fondo, mancando i Borbone di senso dell’Italia (vedi sopra), non scevri da particolarismi (idem) come sarebbero stati a suo giudizio, infondo essendo un aborto della ... cosa politica, sono stati dalla storia esclusi … per colpa loro (ma guarda un po’!). Mah! Essendo una bufala la premessa (il senso dell’Italia, i particolarismi), è vacuo ciò che da essa discende. Quindi …. Io la vedo così! Futuro P.S . A proposito di vuoto: “…anche la politica aborre il vuoto”, scrive il nostro. Sì, è vero: fisici e cosmologi ci insegnano che il vero vuoto non esiste…sì, ma allora perché esiste il vuoto di idee e d’onestà intellettuale? Non mi torna. Che i fisici debbano rivedere qualche loro teoria? |