Caserta declino infinito Non c’è pace per Caserta e la sua reggia vanvitelliana. I progetti di Carlo III di fare del piccolo borgo Torre una capitale del regno sono da tempo naufragati in un crescendo di degrado e degenerazione. Dalle antiche e reali delizie borboniche alle attuali nequizie che si sintetizzano nella frase del presidente della provincia De Franciscis “Caserta è un cesso..” (ipse dixit). Un apprezzamento che segue il fatto della classifica nazionale delle province, dove Terra di Lavoro contende l’ultimo posto a Vibo Valentia. Un traguardo in nero che sicuramente l’anno prossimo Caserta inanellerà viste le novità “portentose” che l’hanno caratterizzata in questi ultimi tempi, come la mega discarica in città, il peggioramento del traffico, le nuove ondate di speculazione edilizia, il crollo verticale dei servizi pubblici che si aggiungono alla tradizionale crisi occupazionale, all’emergenza rifiuti ed alla criminalità che cresce sempre. Così nel quadro di declino di Caserta s’affaccia un ennesimo scempio da localizzare in quella piazza Carlo III che sembra suscitare gli appetiti di amministratori in fregola di licenze o concessioni e di imprenditori desiderosi di mettere mano alle reliquie del passato per trasformarle in supermercati e mega parcheggi. Scampato il pericolo del fosso che avrebbe portato un ennesima voragine nell’area antistante Palazzo Reale si progetta un ipermercato nel viale Ellittico, nello stesso luogo ove sorgeva un tempo una necropoli sannita, in uno spazio che peraltro non è del comune, in un terreno sottoposto a vincolo paesaggistico, visto che siamo nei pressi di una struttura architettonica considerata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Carlo III si rivolterà nella tomba con il suo architetto al pensiero della piazza in balia delle orde e forse gli antichi sanniti potrebbero lanciare una maledizione per i disturbatori della quiete sacra….. Fatto è che il movimento neoborbonico ed identitario è chiamato ancora una volta a scendere in campo in difesa della tradizione testimoniata “dalle pietre che cantano” prima che sia troppo tardi. Giù le mani quindi , noi siamo pronti alla lotta. |