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"Non ragioniam di lor, ma..." |
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Sì, lasciamoli perdere, questi squallidi figuri della "prima" e della "seconda repubblica". 'Ssa fa' Ddì!, come si dice! Ora ci sono cose più importanti di un ministro che in passato ha fatto anche di peggio (ve li ricordate i "prelievi" ordinati nottetempo da costui, allora ministro "primorepubblicastro", sui risparmi della povera gente?) che esternare estemporanei e peregrini "giudizi", tipici di chi non sa quel che dice e pensa (se pensa!). Ora altre incombenze urgono, per chi ha il desiderio di farla finita con partitocrazia, caste e meschini interessi personali, all'interno del caravanserraglio italico, nemico dei deboli e fin troppo amico di una squallida masnada di privilegiati a vario titolo. Mi permetto di ricordare a tutti che il referendum di cui ho già parlato in un precedente intervento è in dirittura d'arrivo e che c'è bisogno della firma di ognuno di noi, se si vuole che le cose comincino a cambiare in meglio per la stragrande popolazione italiana in generale e meridionale in particolare. Il tempo stringe e, sinceramente, penso che quanto dice Tizio un giorno e Caio l'altro non deve distoglierci da quello che ogni buon Neoborbonico vuole: uscire da questo clima "politico" torbido e asfissiante che (questo sì!) mortifica le nostre contrade, il nostro passato, la nostra intelligenza. Forza e onore, dunque e... firmate, firmate, firmate! VESTINUS Da: http://canali.libero.it/affaritaliani/politica/guzzettareferendum.html
Referendum/ Il presidente del comitato promotore Guzzetta ad Affari:"Vogliamo far nascere davvero la Seconda Repubblica" Giovedí 12.07.2007 17:00 "Vogliamo realizzare la speranza della Seconda Repubblica. Dai sondaggi e dal clima che si respira girando l'Italia ci sembra che questa speranza sià già una realtà nella testa degli italiani". Giovanni Guzzetta, presidente del comitato promotore dei referendum elettorali, spiega ad Affari perché tentare ancora la strada del coinvolgimento diretto dei cittadini dopo le battaglie degli anni '90 che provocarono un terremoto politico-istituzionale."Il referendum del '93 conteneva una promessa e una speranza: la promessa, mantenuta, era realizzare il bipolarismo in Italia, la speranza, andata delusa, era che, da questa riforma, sarebbe poi derivata una trasformazione profonda del sistema dei partiti ". A chi critica il referendum il costituzionalista Guzzetta, ordinario di Diritto pubblico a Roma all'Università di Tor Vergata, risponde: "La legge che esce dal referendum non è la migliore possibile", ma non ci sono alternative praticabili alla via referendaria perché "Il Parlamento dimostra ogni giorno di più di non essere in grado di autoriformarsi" E sui motivi che lo spingono ad impegnarsi in questa lotta contro il tempo per le firme del referendum, dichiara. "Ho 40 anni, e due figli piccoli. Non voglio rassegnarmi o disinteressarmi della cosa pubblica. Voglio offrire più opportunità a me e ai miei figli." |
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