Che, non ha tutti i torti. Eudemio Carissimo conterraneo, è praticamente inutile essere orgoglioso di essere Meridionali quando, purtroppo come te, si ignora la verità storica: ti mancano gli strumenti per esserlo. Infatti di cosa dovresti essere orgoglioso nelle condizioni in cui ci hanno sprofondato e con le falsità, le omissioni e le menzogne di cui è costellata la storia risorgimentale? Hai mai provato ad analizzare attentamente la storia ufficiale? E’ tutta, completamente contro la nostra dignità, la nostra identità, la nostra antica cultura ed anche contro di te che la difendi. Il revisionismo non è mai inutile quando si ricerca la verità e quando tale verità nascosta è la sola risposta per diventare orgoglioso di essere Meridionale. Io mi auguro che tu riesca presto ad aprire il tuo cuore ed a ricevere il messaggio che tutti noi Duosiciliani (cioè Merionali che ora sanno) di ogni estrazione sociale, politica e culturale stiamo tentando di inviare anche a te per far comprendere da dove veramente arrivano tutti i problemi che, guarda caso, proprio da 150 anni (dall’unificazione) attanagliano la nostra Terra, antica Patria della Civiltà Mediterranea. Se ti può essere di conforto devi sapere, carissimo fratello, che conterranei fermamente convinti delle bugie risorgimentali, dopo aver aperto gli occhi consultando i documenti tirati fuori dagli archivi sfuggiti miracolosamente alla sistematica distruzione dai “conquistatori” del nord, sono diventati dei fermi e convinti revisionisti e da soli sono riusciti ad individuare i rimedi per far rinascere la nostra amata Terra e ridare alla nostra Gente quella dignità di cui “festa, farina e forca” era la partenza e non la fine di una cultura ultramillenaria soffocata da secoli di devastante colonialismo. Con affetto, Cap. Alessandro Romano
Caro simonevali, parlando al plurale hai inevitabilmente coinvolto una gran numero di persone che, fortunatamente per il futuro del sud, non la pensano come te; pertanto mi sento autorizzato a scriverti per "aprirti gli occhi" e provare a redimerti dalla condizione di terronciellonordintegrato.. forse quando sei venuto al nord qualcuno (molti) ti avranno fatto credere che ti stavano regalando qualcosa e che tu eri solo un fannullone meridionale.... non sapendo come rispondere all' empasse psicologico che vivevi, perchè privo di verità storica, hai pensato bene di accettare il ruolo che ti hanno imposto (terrone= fannullone) facendotene una ragione (falsa), ritrovandoti a dire sempre grazie anche per quello che comperi a caro prezzo col tuo lavoro dato al nord, e con la tua lenta agonia sociale di sradicato che ha perso le sue radici e i suoi affetti. Mettendo tutto sulla bilancia non credo che voi terroncellinordintegrati abbiate molto da ringraziare... l'unica strada per riappropiarti della tua identità profonda di uomo del sud è conoscere la verità storica e celebrarla per ricordarla a noi stessi. Cordialmente Francesco "Io sono orgoglioso di essere meridionale, ma..." Caro Simone, mi permetto di farti notare che tutto il problema sta proprio in quell' "orgoglio" che tu rivendichi, e che immediatamente correggi con la congiunzione disgiuntiva "ma": pare proprio che la propaganda risorgimentale abbia fatto grandi cose su di te... Ti prego di credere che i Neoborbonici non sono un gruppo di pazzi scriteriati con le fette di prosciutto sugli occhi, e che non vedono i "problemi reali del sud" come li chiami tu. Il nostro amore per le Due Sicilie, e il nostro orgoglio (perdonami se sottolineo: autentico, e non come il tuo) di appartenere all'Italia a sud di Roma, non è cieco ed irragionevole. Forse, con i nostri pur limitati mezzi intellettuali e culturali, abbiamo però avuto il coraggio di portare la nostra analisi sulla situazione politica più a fondo di quanto non abbia (ancora!) saputo fare la maggior parte dei nostri concittadini. E dunque, siamo fermamente convinti che dando finalmente giusta sepoltura e gloria agli eroi e martiri di Gaeta e di Civitella, di Fenestrelle e di Casalduni, e di ogni città e contrada del Sud, e contemporaneamente condannando i cosiddetti "padri del risorgimento" di fronte al Tribunale della Storia, riusciremo a porre la prima pietra per (ri)costruire quel "paradiso in terra" che da 147 anni patisce la violenza degli uomini e il disonore di un'etichetta: "questione meridionale". E poi, un'ultima notazione: potrai non essere d'accordo con noi, ma non permetterti mai di chiamare "inutile revisionismo" la nostra attività, se non vuoi che noi dubitiamo seriamente della tua onestà intellettuale. Distinti saluti, Mario Bellotti Comitato Neoborbonico della Lombardia Signor Simone, il male dell'Italia meridionale è la gente come lei, che rinnega la propria storia e si ostina a credere ancora alla favoletta studiata sui libri della scuola elementare. Continui ancora a credere che noi eravamo arretrati e con le pezze al culo. Vedo che lei gode a stare in questa Italia, con tutti i problemi che ha causato alla nostra economia meridionale. Contento lei di prenderlo... Ognuno è libero di pensarla come vuole. Armando Calvano
Caro amico,credo che una persona, prima di esprimere un giudizio,si dovrebbe documentare.Da quello che hai scritto, si capisce che non sai niente della tua storia.Quindi non so come puoi essere orgoglioso di essere meridionale. Non ti dico altro,non credo saresti in grado di capire! Saluti Antonio Riccio Caro …simonevali Dalla tua lettera mi sembra di capire che sei ancora nello stadio in cui, educato al culto dei fatti cosiddetti risorgimentali (che risorgimentali lo furono per davvero, ma non per noi del Sud borbonico e, anzi, lo furono per altri grazie proprio allo sfruttamento di noi del sud borbonico) ti sia sentito un po’ smarrito nel leggere il contrario di quanto affermato nel libri di storia adottati nelle scuole. Anche noi, almeno anche io, partiti come te da posizioni ufficiali, filorisorgimentali, siamo giunti, attraverso la conoscenza, a posizioni diametralmente opposte alle quali, anche prima di me e di tanti come me, erano già giunti i protagonisti stessi degli eventi risorgimentali e altri studiosi di fama mondiale. Se avrai il tempo e la voglia di usare un po’ del tuo tempo per cercare di capire al di là di quello che ti è stato insegnato, farai anche tu, te lo assicuro, lo stesso percorso: la verità non si può tacere; la verità non consente a nessuno che l’abbia scoperta, di tornare indietro. Se avrai voglia di farlo, ti auguro buon viaggio nella conoscenza della vera storia del risorgimento e della nascita dello sfacelo del sud, sfacelo altresì detto Questione meridionale. Se lo farai capirai che questo revisionismo non è affatto inutile: esso è fondamentale per la soluzione dei problemi del Sud così come l’individuare la vara natura e la vera causa di una certa malattia lo sono per poter adottare una terapia che abbia successo.
Invitandoti caldamente a documentarti attraverso i numerosi libri e documenti che puoi trovare sull’argomento Risorgimento, ti lascio con una frase di Nitti. “Bisognava leggere le istruzioni agli intendenti delle province, ai commissari demaniali, agli agenti del fisco per sentire che la monarchia - borbonica - cercava basarsi sull’amore delle classi popolari. Il re stesso scriveva agl’intendenti di ascoltare chiunque del popolo; li ammoniva di non fidarsi delle persone più potenti; li incitava a soddisfare con ogni amore i bisogni delle popolazioni” Non mi sembra che, da questa frase di Nitti, si possa desumere una politica di feste, farina e forche. Tutt’altro. Ma la storia non si fa con le frasi che ne sono, pur sempre, il succo distillato: si fa con i documenti più corposi, con le tabelle che raccolgono dati ecc. Ed è per questo che, con mail a parte, ti invio alcuni spunti dai quali puoi partire per il tuo viaggio alla riscoperta della verità storica. Spero che, come è accaduto a me, ti appassionino al punto tale da farti riconsiderare tutto con mente resa più acuta dal sapere. << La miseria non ha ucciso le intime energie della razza, il brigante e l’emigrante, con la rivolta e con l’esodo, sono la mirabile prova di una forza espansiva […] Povera gente, così forte e così infelice, così buona e così calunniata>>. Questo, del Popolo che fu delle Due Sicilie, scriveva Nitti a qualche anno dall’unità avvenuta. Briganti ed emigranti, prima; oggi ancora emigranti. Ma, se vogliamo che domani la nostra forza, la nostra vitalità sia finalmente testimoniata da qualcosa d’altro, dal riscatto vero dai problemi, occorre la conoscenza delle vere cause degli stessi. Chi, invece, volesse continuare nell’illusione della soluzione a portata di mano con questo o quell’atto di buona volontà e buon governo, continui così, continui ad occuparsi del problema ignorandone la causa scatenante ancora operante. Qualcuno, tacitamente, ne gioirà. Futuro. P.S. Io, al battesimo dell’ultimo dei Borbone, ci andrei, non foss’altro che per mostrare la mia gratitudine a una Casa regnante che fece il bene dei miei Avi e della MIA Terra.
Caro Simone,
da circa 30 anni effettuo RICERCHE D'ARCHIVIO sulla Marina da Guerra borbonica e, inevitabilmente, conosco un po del "modus vivendi" del Regno delle Due Sicilie e degli altri Stati pre-unitari. Dallo STUDIO dei DOCUMENTI (e non dalla lettura di libri) ho capito che molte delle cose che si dicono sul meridione (e sui meridionali dell'epoca) non sono vere!!! Per onestà intellettuale, devo pure dire che alcune cose che dicono i "meridionalisti sfegatati" sul settentrione di metà ottocento non sono vere. La famosa frase "Festa, Farina e Forca" è vera nel senso che a Napoli si faceva così, ma la stessa cosa accadeva in tutte le capitali d'Europa (incluso Torino e Roma) anche se con sfumature diverse. Devi sapere che al 1860, il Regno delle Due Sicile era tecnologicamente, economicamente, militarmente (soprattutto come Marina da Guerra), industrialmente di gran lunga superiore al Regno di Sardegna. Ciò nonostante, nei 30 anni successivi all'Unità d'Italia, tutta l'economia del meridione, tanto florida quanto diffusa sul territorio, fu completamente annientata. Tranne la compagnia di Navigazione siciliana Florio, tutte le industrie private sparirono. Come si spiega una simile circostanza? Lo Stato unitario, guarda caso, commissionò qualsiasi sua necessità (che non poteva soddisfare con le industrie "Reali") solo ed esclusivamente a ditte private del Nord che, così, hanno potuto crescere mentre al Sud, nasceva quello che tutt'oggi è noto come "il sottosviluppo". Il Regno di Sardegna era invece di gran lunga superiore al Regno delle Due Sicilie, nella politica, o meglio aveva un Sovrano abilmente macchiavellico, intraprendente, dalla vista molto lunga ed acuta. Inoltre costui si poteva avvalere di "politico" di razza, dall'intelligenza e dall'arguzia unica (ovviamente per gli interessi della sua nazione). Tali qualità sono state esaltate nel momento in cui si sono confrontate con quelle di Francesco II, un giovane di appena 24 anni (al 1860), completamente inesperto di politica, di questioni militari e di diplomazia che l'evoluzione dei fatti, lo ha obbligato ad un ruolo di gran lunga superiore alle sue obbiettive capacità. Conseguentemente, quando ebbe inizio la fase del risorgimento italiano che vide la contrapposizione militare-politica tra Vittorio Emanuele + Cavour + Garibaldi contro l'ingenuo "Franceschino" (questo era il nome che compare sui DOCUMENTI originali a firma dei vari dignitari di Corte e non "Franceschiello" come si suole dire), fu come se tre pesi massimi si fossero confrontati con un ragazzino dell'asilo per sottrargli la bicicletta nuova. Secondo Te, come poteva andare a finire ?!?
Cordialità, Claudio ROMANO.
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