Ce lo saremmo aspettati da chiunque, ma non da lui (segue una voce dalla Sicilia) I signori ministri del governo in carica fanno a gara a chi la spara più grossa (l'aggettivo grande non si addice a loro). Oggi si è raggiunto il punto massimo. Mai ci saremmo aspettati che il "Dottor Sottile" fosse incappato in quella poco simpatica affermazione. Ce lo saremmo aspettati da chiunque, ma non da lui. Con l'affermazione contro i "siculi-pakistani" si è giocata la possibilità di aspirare un domani alla massima carica dello Stato. Comunque va ricordato al ministro Amato che la violenza non è una discriminante derivante da qualche area geografica o qualche area culturale, la violenza (e ce ne sono di vari e tanti tipi) può albergare in ogni essere umano. Abbiamo sempre saputo che in Sicilia vi sono stati e vi sono filosofi, scrittori, poeti, matematici, scienziati, uomini di Stato, e non già esseri dediti alla violenza sulle donne. Al caro ministro, vogliamo ricordare che la prima violenza che si fa sulle donne è quella di considerarle brave o sciatte, belle o brutte, buone e cattive, solo in base ai centimetri quadrati di pelle che espongono. La prima violenza è quella che le vuole oggetto di mercato. E ciò, caro ministro, non lo troviamo scritto in Sicilia, ma solo nei libri e nei discorsi e nelle parole di chi si professa amante del mercato, del liberismo, della globalizzazione. In Sicilia, come in tutto il Sud, quale ex-Regno delle Due Sicilie, troviamo la figura di Federico II di Svevia, vero "stupor mundi". "Tutto il resto è follia", sentenzia Friedrich Nietzsche.
Giuseppe Vozza Presidente Provinciale Movimento Neoborbonico di Caserta
una voce dalla Sicilia Sono deluso e profondamente offeso come uomo e come siciliano. Se è vero quello che ho letto su alcuni organi di stampa, vale a dire che il Ministro Giuliano Amato ha definito il picchiare le donne “una tradizione siculo-pakistana” ritengo di essere stato ingiustamente e profondamente offeso. Siamo davvero oltre la misura; oltre ogni limite. Non bastano le commemorazioni di una conquista coloniale mascherata da guerra di liberazione nazionale; non sono sufficienti le migliaia di morti dei nostri patrioti additati dalla storia ufficiale con l’ingiuriosa denominazione di “briganti”. Non è sufficiente ricordare a certa gente che siamo stati sempre il faro della cultura mediterranea, con la nostra civile accoglienza, con la nostra intelligenza, in un parola con la nostra storia. Sono stanco di essere additato come mafioso, oppure come uomo che picchia le donne e di sentire tali pazzesche scemenze addirittura promanare dalla bocca e dal cervello di un illustre, ma evidentemente delirante, Ministro di questa piccola piccola repubblica italiana. E’ mai possibile che si debba ricordare che mentre la nostra civiltà discende dai greci, dagli arabi, dai normanni e dagli svevi, che i nostri Padri della Patria non sono Andreotti e Cossiga, ma Ruggero d’Altavilla e Federico II di Svevia, altri discendono direttamente dalle scimmie senza soluzione di continuità ? E’ mai possibile che nessuno si stupisca di come in questa nostra terra ricca di ogni bene, si sia toccato il fondo soltanto dal 1860 in poi, mentre per migliaia di anni si era al centro del mondo e si godeva di immense ricchezze di ogni natura e genere ? Penso che i Siciliani debbano sollevarsi, penso che non sia più possibile accettare insulti e provocazioni rimanendo inermi. Penso che oggi più che mai sia indispensabile il recupero della nostra cultura, della nostra storia, di quella vera però, non di quella ammantata di retorica risorgimentale. Penso che si debba avere il coraggio di mettere in discussione certi assiomi: Cavour era un colonialista senza scrupoli, Garibaldi un avventuriero pluripregiudicato, Bixio in criminale pluriomicida (ved. i fatti di Bronte) etc. etc. L’unificazione è stato il frutto di una sporca manovra politico – militare che non ha precedenti nella storia moderna, i nostri libri di storia ne parlano ancora come di un’impresa esaltante; fu una truffa ben orchestrata al prezzo della vita e del benessere di tutti i meridionali. Sento dire da sempre che la prima linea ferrata in Italia fu la Napoli-Portici; non sento mai nessuno precisare che allora Napoli era la Capitale del Regno delle Due Sicilie. Sono stufo di una storia fasulla; se è necessario fare revisionismo che si faccia! Si faccia un serio revisionismo storico sulla vera storia del risorgimento. Si restituisca se non il pane, il tesoro, le riserve auree, le fabbriche, la libertà almeno la dignità al popolo meridionale. E’ compito nostro, che grazie alle fatiche dei nostri poveri padri possiamo permetterci di essere informati, di leggere criticamente, di comunicare, insegnare ai nostri figli cosa siamo e da cosa veniamo. Cosa rappresenta la nostra storia, la nostra cultura, quali sono i popoli che ci hanno generato e cosa ci hanno lasciato. Insegniamo ai nostri figli l’orgoglio di essere siciliani e meridionali. Raccontiamo ai nostri figli dei Vespri del 1282, di come la Sicilia non è mai stata terra di facile conquista e di come i Siciliani non hanno mai sopportato dominazioni veramente ostili senza ricacciarle in Mare, da dove erano venute! Spieghiamo ai nostri figli che in Sicilia nacque il primo Parlamento del Mondo. Insegniamo ai nostri figli a ricacciare in mare le menzogne e ad essere consapevoli della loro storia. Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro. Questa è una e-mail di richiesta informazioni da parte di Un Siciliano (maxi03)
Scrivete al ministro: GIULIANO AMATO: amato_gln@camera.it,
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