SPIRAGLI DI VERITA' SU GARIBALDI |
|
|
|
Il sindaco di Capo d'Orlando (ME) Enzo Sindoni ha preso l'inziativa per ripulire la toponomastica del suo comune dagli squallidi personaggi risorgimentali che tanto male hanno arrecato alla Sicilia, Incominciando da via Crispi e da piazza Garibaldi. Quanti sindaci meridionali avranno il coraggio di seguirne il magnifico esempio? L'annuncio è giunto nello stesso giorno in cui la Lega Nord ha polemizzato contro le celebrazioni per il bicentenario del comandante delle camicie rosse. "Che Garibaldi abbia fatto male alla Padania -ha detto il sindaco- è una ipotesi che tocca all' ex ministro Calderoli dimostrare. Che Garibaldi lo abbia invece fatto in Sicilia commettendo crimini e violenze è un dato di fatto. La revisione storica di come Garibaldi ed i mille si siano realmente comportati nella nostra Isola è comunque urgente".
(La Sicilia, 05/07/2007) Poesiola sull'"eroe" arrivata via web: Se il babbo del nizzardo alla consorte lo avesse messo dietro anziché avanti, oggi a strillar per un dolore forte di certo non saremmo così in tanti, ché in culo solamente la mogliera l'avrebbe preso, e non l'Italia intera! VESTINUS Il bicentenario infausto della nascita del nizzardo bastardo, pomposamente osannato al parlamento dal capo dello stato, ha avuto l'acquiescenza di quasi tutti i politici, in massima parte ignoranti in storia risorgimentale e per il resto ossequiosi delle regole di scuderia. Solo la Lega Nord e il Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo hanno fatto faticosamente sentire la loro disapprovazione per il personaggio che la revisione storica sta smontando pezzo per pezzo. Il mercenario in camicia rossa è però un pilastro portante della nazione italiana e va difeso contro ogni logica e decenza dai mass media, schiavi del vero potere. Ecco perchè nulla praticamente è trapelato della protesta sostanzialmente devastante dei Neoborbonici presso l'ignobile monumento alla Ferrovia Centrale. Di lì è partito il progetto di intestare l'importante piazza, biglietto da visita dei forestieri, alla I ferrovia d'Italia che, nel 1839, diede ai Borbone uno dei pochi riconosciuti primati a livello internazionale. Qualche ora prima alla base della statua del predatore alcuni ottusi, obsoleti e nostalgici avevano posto una corona d'alloro con fascia tricolor-massonica, in tutto silenzio. All'arrivo degli orgogliosi eredi dei duosiciliani, sempre furtivamente, si sono ripresi la corona temendo chissà quale scempio. Invece nessuno aveva toccato il vergognoso omaggio tricolore semplicemente perchè l'azione neoborbonica non teme confronti ma solamente l'ignavia che da 146 anni attanaglia i Napoletani! |