Autonomia economica e tributaria per uno sviluppo reale delle Due Sicilie Da una recente statistica sul rapporto fra entrate tributarie locali e trasferimenti locali nelle varie Regioni si evince che: Autonomia tributaria (%) Valle d’Aosta 82,8, Lombardia, 78,3, Trentino Alto Adige 77,1, Emilia-Romagna 73,6, Veneto 68,1, Piemonte 66,2,…, Abruzzo 54,8, Molise 41,3, Sicilia 41,3, Campania 35, Basilicata 33,4, Puglia 30,1, Calabria 21,4 - Media Italia 57,4 Dai dati summenzionati si può affermare che le Regioni a Statuto autonomo (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige) finanziano le loro spese con entrate locali e non con i trasferimenti statali grazie all’ampia autonomia di cui godono favorita dalla stessa Costituzione, lo stesso accade per le Regioni più ricche (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, ecc.), ovvero per quelle Regioni dove maggiore è la presenza delle imprese che creano più reddito prodotto e quindi più lavoro. Per quanto riguarda il Sud, mancando le imprese, ovviamente manca reddito prodotto e quindi mancano entrate tributarie locali e pertanto c’è bisogno dei trasferimenti statali. Ovvero si vive di assistenzialismo. Ed allora perché non si attraggono imprese soprattutto straniere che producano reddito, che permettano quindi di accrescere le entrate tributarie locali che permettano di essere meno dipendenti dai trasferimenti locali? Un altro parametro interessante che si collega al discorso precedente è quello del reddito pro capite; di seguito si forniscono i dati di confronto fra le varie Aree geografiche italiane e quello relativo alle province più ricche ed a quelle più povere: Reddito pro capite (Importo lordo annuo per abitante in euro) dati 2004 Nord-Ovest € 19.446 Sud € 11.591 Province italiane (prime 5): Milano € 21.284 Biella € 20.975 Bologna € 20.820 Modena € 20.618 Cuneo € 20.360 Province italiane (ultime 5): Crotone € 9.405 Caserta € 10.236 Caltanissetta € 10.367 Foggia € 10.510 Siracusa € 10.638 Come si evince dai dati suesposti cresce il divario Nord-Sud; c’è infatti ancora un Paese spaccato, con il 78% del patrimonio concentrato al Centro-Nord mentre al Sud è presente solo il 22%. In Lombardia risiede un quinto del patrimonio totale (ovvero il 20,5%) quasi come tutto il Sud. Dopo la Lombardia le Regioni più ricche sono Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Piemonte. Cinque Regioni che concentrano da sole il 60% dell’intero patrimonio nazionale. L’unica via per uscire da questo stato di cose è ottenere una completa AUTONOMIA ECONOMICA, non mi stancherò mai di dirlo. Un’AUTONOMIA ECONOMICA da conquistare in maniera democratica per mezzo dell’azione politica di un partito serio, dedito esclusivamente agli interessi delle Due Sicilie. Ottenuta un’AUTONOMIA ECONOMICA si potranno adottare politiche macroregionali (Due Sicilie) di attrazione degli investimenti esteri, l’unica via per uscire da questo buio. Per convincere i management stranieri a trasferire gli stabilimenti nelle Due Sicilie si potrebbero predisporre per le società pacchetti di contributi a fondo perduto pari al 15-20% degli investimenti totali, per gli importi rimanenti potrebbero essere offerti dei finanziamenti agevolati Si potrebbero anche proporre alle società una serie di aiuti finalizzati alla formazione del personale locale, con finanziamenti per circa 6-9 mesi in funzione dei diversi livelli. Nel caso in cui la produzione fosse esportata la stessa potrebbe essere detassata per un certo numero di anni, se invece fosse per il mercato interno, le tasse potrebbero non superare, per esempio, il 20%. Queste sono alcune proposte, interessanti o meno, quello che ci manca, ripeto, è l’AUTONOMIA ECONOMICA che, come detto più volte, potrebbe essere negoziata democraticamente a livello nazionale da un ente, la Macroregione Due Sicilie, che rappresenterebbe almeno 20 milioni di abitanti. E non mi sembrano pochi. Luca Longo |