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A prescindere dai potenti che si sono avvicendati nella storia di Napoli. |
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NAPOLI A prescindere dai potenti che si sono avvicendati nel corso della storia.
La storia della mia città è la forza che da fierezza al mio sguardo, da coraggio alle mie azioni e orgoglio alla mia identità! La storia della mia città mi rende consapevolmente superiore e pertanto immune da ogni sorta di attacco alla cultura a cui appartengo; sia essa avversione gratuita, misera, sfregio ignorante, sia esso abuso di potere, grave, presuntuoso, investito da autoritarismo istituzionale! Alle aggressioni, alle accuse ignoranti, rispondo, con la storia, anzi, risponde direttamente la storia, di una città e dei suoi abitanti che sempre si sono battuti con coraggio contro l'omologazione, contro l'ignoranza barbara, la superbia di chi con il potere, re, papa, nobile, borghese, ricco, nazista, fascista, camorrista, politico ecc. ha cercato con la violenza, di piegare, sotto la propria volontà Napoli e le sue espressioni culturali. L'assedio vigliacco, o peggio ancora la sottile perfida infamia nascosta dietro la falsa emergenza di turno, per aiutare, risolvere, aggiustare, migliorare, correggere; tutti pretesti usati in realtà per distruggere, depredare, speculare, a vantaggio proprio e della casta e/o del partito, di cui costoro facevano e fanno parte. Napoli e i napoletani, sono stati i primi a creare una repubblica, i primi a fare una rivoluzione ribellandosi contro un re, contro un sistema, contro un regime; i primi a resistere e rigettare in mare i barbari, ad opporsi a tutte le omologazioni possibili ed immaginabili, primi ed unici nella propria solitudine, senza l'aiuto di nessuno. Soli a difendere la propria identità che resiste ancora, nei secoli. Napoli resiste, da sola, come sempre, rimanendo ancora, nonostante tutto, quel faro di civiltà e di creatività, unica, libera, nel mondo, quel mondo che le sputa in faccia ma che quando si racconta ( racconta la propria umanità ) volendo trasmettere le sue manifestazioni migliori di civiltà, progresso, armonia , bellezza, anche di fronte all'universo, nel tentativo di raggiungere, contattare, e presentarsi a civiltà aliene, non può fare a meno di attingere dalla cultura partenopea, inviando nello spazio, tra le sue massime espressioni di civiltà umana, 'O sole mio; la più celebre canzone del mondo. Mi piace ricordare che la mia città è innanzitutto la città di Masaniello, di Gennarino, lo scugnizzo che ha sacrificato la sua vita contro un nemico che faceva paura al mondo intero, espressioni simbolo di un popolo che resiste, reagisce, combatte e vince contro le ingiustizie e contro le inciviltà! Come diceva Pasolini: preferisco la povertà dei napoletani al benessere della repubblica italiana, preferisco l'ignoranza dei napoletani alle scuole della repubblica italiana, preferisco le scenette, sia pure un po' naturalistiche, cui si può assistere nei bassi napoletani alle scenette della televisione della repubblica italiana. Napoli è ancora l'ultima metropoli plebea, l'ultimo grande villaggio (e per di più con tradizioni culturali non strettamente italiane): questo fatto generale e storico livella fisicamente e intellettualmente le classi sociali. La vitalità è sempre fonte di affetto e ingenuità. A Napoli sono pieni di vitalità sia il ragazzo povero che il ragazzo borghese [.] Pasolini insegna, dunque. A 360 anni esatti dalla rivoluzione di Masaniello, voglio chiudere cedendogli parola, perchè nessuno rappresenta meglio, il fiero, instancabile e glorioso popolo napoletano! Popolo mio, viva il re, a morte il mal governo.Popolo! Chi ha dato foco alla cappella? Sono Stato io. Popolo mio. Io adesso vado a parlare con sua eccellenza e fra un'ora, o al massimo domani mattina, torno qua e porterò buone notizie per tutti. Però mi raccomando, state qua, calmi, io mi farò sentire. Se per domani mattina non torno qua, voi rompete tutto e mettete a ferro e fuoco la città !
Antonio Avano 12.03.2007 |
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