Nel precedente intervento abbiamo scritto che, a causa delle risorse destinate alle grandi opere pubbliche, la cosiddetta forbice tra nord e Sud continua ad allargarsi. Dalla lettura delle indagini riguardanti il reddito pro-capite per il 2005, purtroppo, ne abbiamo ampiamente conferma. Le indagini sono state svolte dalla Unione delle Camere di Commercio (cfr. www.unioncamere.it) e dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne. Per quanto riguarda il reddito pro-capite per abitante abbiamo i seguenti dati riguardanti le prime cinque e le ultime cinque. Le prime sono: Milano € 21.284 Biella € 20.975 Bologna € 20.820 Modena € 20.618 Cuneo € 20.360. Le ultime cinque: Siracusa € 10.638 Foggia € 10.510 Caltanissetta € 10.367 Caserta € 10.236 Crotone € 9.405. La media nazionale è pari ad € 16.080, quella del nord-ovest è pari a 19.446 e quella del Sud ad € 11.591. Inoltre, il 60% della ricchezza delle famiglie è concentrato in cinque regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Lazio, questo 60% in termini assoluti è dato da 6.284 miliardi di e sul totale, che è pari a 8.054 miliardi di €. La sola Lombardia ha il 20,5% del patrimonio totale, pari a 1.652 miliardi di €. L’intero Sud consegue 1.769 miliardi, pari al 22%, una cifra che è quasi uguale alla sola Lombardia. Per quanto riguarda il patrimonio vale evidenziare che a fronte di 461.000 € della Valle d’Aosta, la Calabria, ultima in classifica, consegue 185.000 €. Così parafrasando ciò che diceva circa duemila anni fa Tito Livio, cioè “Dum ea Romani parant consultantque, iam Saguntum summa in oppugnabatur” (1), vale a dire ciò che usiamo ripetere con la bellissima espressione napoletana: “mentre ‘o miereco penze, ‘o malato more”, mentre a Roma si continua a discutere di “dico” e di famiglia, di politiche del lavoro e di ammortizzatori sociali, le famiglie del Sud stanno morendo di stenti, continuando a svolgere la sola funzione di proletariato che lo Stato ascrive unicamente agli uomini del Sud: sposarsi, procreare figli, allevarli, istruirli, formarli e…farli emigrare nelle regioni ricche del centro e del nord. Così la quadratura del cerchio continua ad esserci solo per la parte socialmente ed economicamente ricca della penisola. E poiché la coscienza al Sud, per vari e forse anche e soprattutto ovvi motivi, tarda ad allignare nelle nostre menti e nei nostri cuori, tutti quanti inconsapevolmente, quasi come se fossimo tutti quanti delle applicazioni della teoria dei riflessi condizionati di Pavlov, continuiamo a dare linfa vitale ai signori del nord comprando i loro prodotti. Se non è possibile comprare le auto che vengono esclusivamente prodotte a Torino e dintorni, per lo meno compriamoci i tarallucci ed il vino prodotti nelle nostre terre. Altrimenti veramente continua a finire a tarallucci e vino. Giuseppe Vozza |