Se qualcuno s’era illuso che la resistenza della gente contro la discarica de Lo Uttaro fosse finita appare evidente che vi è un errore in questa rappresentazione apparente della realtà. L’apertura della discarica manu militari ha certamente portato un colpo pesante al comitato e creato qualche problema nell’azione di cittadini e associazioni. Ma la crisi dell’immondizia purtroppo non si ferma a LoUttaro ed è fisiologico continuare la resistenza. Non c’è fine in questa vicenda scellerata i cui contorni vanno oltre la prospettiva della discarica ed i confini della conurbazione casertana e tallonano pericolosamente oggi più di ieri la nostra vita. Bertolaso non si accontenta della Mastropietro, ha altre mire per imbucare i rifiuti in cave o luoghi simili. Lo Uttaro come un tappeto nasconde l’immondizia tolta da sotto casa ma non avrà fine, come una pessima metafora del nostro paese. Intanto la gestione dell’impianto avviene come è sorto nella massima illegalità, senza rispetto delle elementari regole. Il percolato scorre a fiumi, i camions sono spesso senza copertura, il materiale immesso non è quello previsto dal protocollo, non ci sono laboratori per le analisi. La apertura di una discarica nell’immediata periferia di Caserta è solo il segmento di una più complessa storia che sta vedendo la fine di ogni civiltà nel nostro ambito comunitario. I quotidiani modi di vita, la sopravvivenza stessa della gente è messa in discussione da un complesso pericoloso fatto di molteplici livelli e contro tutto questo non si può tornare a casa come se nulla fosse. Il comitato è un forte in cui molti trovano rifugio per reagire anche oltre il singolo avvenimento, una necessità di sopravvivenza nata spontaneamente e pluralisticamente nella crisi generale della Campania. Non basteranno le invettive di politici ed amministratori slegati dalla realtà o le minacce di repressione a far cessare un azione che è diventata un riflesso condizionato, un istinto di sopravvivenza. Fin quanto non vi sarà la bonifica delle terre, la raccolta differenziata, la normalità delle cose il comitato lavorerà in tutti i modi possibili. Per questo manifestiamo il 9 giugno a San Nicola, per mostrare che siamo sempre di più a reagire. Pasquale Costagliola |