Egregi signori, credo di essere stato fortemente frainteso in alcuni punti della mia missiva o, altrimenti, non avere saputo esprimere chiaramente il mio pensiero. Indi: - punto primo, premessa è che condividiamo la medesima causa e siamo sulla stessa barca, tant'è che da anni, tra le altre cose, mi batto per il giusto riconoscimento del Siciliano in quanto lingua e non dialetto ed, inoltre, curo un Tomo annuale di Poesia araba & siciliana, una Agenda Letteraria dedicata, annualmente, ad autori meridionali e convegni letterari vari rei di diffondere, quindi, usi e costumi siciliani e meridionali in genere; - punto secondo, sg. Bellotti lei ha frainteso la mia citazione di Bronte e dei briganti, poichè intendo riaffermare la sacralità di quel rosso posto sul Tricolore, sicuramente messo lì per altri motivi e da gente indegna, ma in cui io vedo quando l’osservo, con l'invito di una visione condivisa da più, il rosso del sangue versato dai nostri avi per difendere le Due Sicilie, interpretazione personale che ho voluto condividere, mai detto che i contadini "furono trucidati per il Tricolore", ma, piuttosto, che lo tinsero di rosso con loro sangue, non che combatterono i briganti per il Tricolore ma, che nel rosso del Tricolore, io vedo il sangue da loro versato; -punto terzo, sg. Spagnuolo la ringrazio sinceramente per avermi detto che le mie “parole trasudano sentimentalismo” perchè è la verità, quando ho scritto l’ho fatto col cuore e le replico che di sola storia, ahimè, non si può vivere e, orgoglioso sempre del nostro passato, le dico che quel Tricolore, non quello portato dai conquistatori, ma quello fatto col sangue nostro, il bianco e la speranza di un futuro migliore (riv.d. post per approfondire) è parte integrante, oramai, della nostra storia, nolenti o volenti e, la “catastrofe senza misura... che continua" che ha rappresentato e rappresenta è la nostra catastrofe, indi, quello è anche il nostro Tricolore; - punto quarto e spero di rendere più chiaro il mio desiderio espresso alla fine della lettera, quando scrivo “seppur quando il vento soffia, là, ove il bianco ondeggia, ahimè, non v'è più lo stemma Borbone!”, mi riferisco al desiderio di vedere in mezzo al Tricolore, dove c’è il bianco, lo stemma Borbone e non nel senso più stretto di una restaurata monarchia borbonica (si potrebbe qui aprire una interessante discussione sull’argomento) ma, in senso lato, riferito al popolo delle Due Sicilie in genere, che sono io, voi e tutti coloro che hanno un minimo di coscienza storica. P.S. Ricordavo di avere già visto questa bandiera e l’ho rintracciata su http://www.rbvex.it/napoli.html Con amicizia sincera, Prof. Antonino Reitano. |