Stamattina gironzolavo per il Centro Direzionale all'ombra dei grattacieli e continuamente, nella mia mente, risuonava il motivo di "Era de maggio". Parlavo da solo e pronunciavo i primi versi di questa poesia fatta canzone. Pensavo che nei mesi di maggio degli anni addietro, anche quì, tra milioni di tonnellate di cemento armato, le mie narici erano deliziate dall'odore delle infiorescenze tipiche di questo periodo. L'aria che invece stamattina mi avvolgeva era dominata da un olezzo sottile e nauseabondo che accresceva, attimo dopo attimo, una rabbia sorda ed impotente. Un popolo che si fa trattare così da questi quattro cialtroni che ci governano e ci dominano, è un popolo che non sa neanche cosa significhi la dignità comune. Guardavo le poche persone che incrociavo e mi dicevo: esse non sanno, esse non pretendono, si lamentano e basta. Hanno insegnato loro a non esigere, hanno insegnato loro che appartengono a un Dio minore e che non hanno nessun diritto di avere aria fresca e gia rdini che odorano di rose alla distanza di cento passi. Che ci hanno combinato! Puzzate passà nu guaio niro niro, comme 'a pece! Onore ai Caduti delle Due Sicilie. Nicola Catanese. P.S. Grazie ai compatrioti di Reggio e Modena. |