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MACROREGIONE DUE SICILIE: AUTONOMIA ED INTEGRAZIONE PDF Stampa E-mail

La possibilità della creazione di una Macroregione, la sua autonomia dettata dalla Costituzione e l’integrazione polifunzionale fra le Regioni del Sud

 

Un obiettivo che le Regioni del Sud dovrebbero perseguire con tenacia è quello della creazione di una Macro-regione.

Ovvero bisognerebbe mettere insieme Abruzzo, Molise, Basso Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia per dare vita ad un organismo previsto dalla Costituzione, ovvero la macro-regione.

Piemonte e Liguria ci stanno già seriamente pensando tanto che una recente proposta prevede di mantenere, al momento, i due consigli regionali con i rispettivi presidenti che, a turno, andrebbero a presiedere un consiglio unificato fra le due Regioni.

Veneto e Trentino invece stanno pensando ad un protocollo “antisecessione“ per arginare la fuga dei Comuni veneti in Trentino incentivando la gestione associata di funzioni e servizi e lo sviluppo delle infrastrutture stradali.

Le Regioni del Nord ci stanno già realmente riflettendo perché noi meridionali siamo sempre in ritardo?

Proprio noi che abbiamo un’infinità di problemi sicuramente superiori a quelli delle summenzionate Regioni?

L’idea di una Macro-regione Due Sicilie di 20 milioni di abitanti, tutti con condizioni economiche abbastanza simili, quantomeno non così distanti fra di loro, presenterebbe alcuni aspetti innegabili di complementarietà.

Si può infatti pensare infatti ad un territorio che poggerebbe, per esempio, su un’economia turistica articolata in grado di offrire la montagna dell’Appennino, dall’Abruzzo alla Calabria, e le spiagge del Tirreno e dell’Adriatico, sempre dall’Abruzzo e dal Basso Lazio alla Sicilia.

Come pure si potrebbe ragionare sul versante dei trasporti e delle infrastrutture, fruendo di un sistema logistico basato sui porti principali (vedi Napoli, Palermo, Bari, ecc.) e sui retroporti all’interno sviluppando, magari con insediamenti industriali, zone con maggiori possibilità di espansione.

Si potrebbe infine pensare all’integrazione del trasporto pubblico locale a livello interregionale creando una rete duosiciliana dall’Abruzzo alla Sicilia.

 E comunque Sanità, Cultura ed istruzione, alta formazione, infrastrutture e trasporti sono gli ambiti nei quali la Macroregione Due Sicilie potrebbe lavorare in ottemperanza al modello della cooperazione interregionale previsto dalla Costituzione.

Per esempio le varie Regioni del Sud potrebbero lavorare insieme per l’esercizio delle funzioni amministrative di reciproca competenza lungo tutto il territorio duosiciliano.

Si potrebbe così cercare una via di uscita ai nostri problemi sfruttando i vantaggi offerti dall’autonomia speciale che la Costituzione riconosce, per esempio, alla stessa Sicilia.

Infatti, come previsto dal nuovo Titolo V della Costituzione varato dal centrosinistra nel 2001, si possono dare alla Macroregione Due Sicilie  “particolari forme di maggiore autonomia” come recita del resto l’articolo 116 della Carta Costituzionale.

I contenuti potrebbero essere diversi: si partirebbe, per esempio, dalla promozione della gestione associata di funzioni e servizi tra Comuni, anche con il coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati, alla costituzione di vere e proprie forme associative (che coinvolgerebbero più Comuni) su richiesta degli enti locali.

Come più volte detto è il momento di prendere il destino nelle nostre mani.

Le Regioni del Nord con proposte di Macroregioni e federalismo si stanno già organizzando.

Il Sud è ormai solo.

E da solo deve uscire da questo baratro.

147 anni fa eravamo il terzo Paese al mondo per sviluppo industriale, per cui tutto è possibile.

Almeno proviamoci.

 

Luca Longo

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