Gli odierni nemici interni del Sud e la cosiddetta rivoluzione partenopea del 1799 |
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Lettera al "Il Mattino" Gent.le Pietro Gargano, desidero esprimere tutta la mia gratitudine e riconoscenza a Jean-Noel Schifano e a Erri de Luca delle cui idee si è parlato in due interessantissimi articoli comparsi sul Mattino a firma rispettivamente Felice Piemontese e Fabbrizio Coscia. Infatti, tra molto altro, Schifano definisce la cosìddetta "rivoluzione partenopea del 1799" --"un'antistorica parodia della rivoluzione francese" e De Luca la descrive come " un'occupazione francese che dispose di un governo provvisorio di napoletani, finito non appena i francesi se ne andarono". Orbene io credo che per il benessere materiale e spirituale di Napoli e di riflesso di tutto il Sud conseguibile tra l'altro attraverso il ciclo: investimenti anche produttivi, turismo, lavoro e quindi sicurezza, occorre che la città recuperi il suo ruolo di grande Capitale Europea che ha ricoperto per secoli in passato. A tal uopo, innanzitutto, deve divenire chiaro a tutti che tale ruolo è venuto a mancare a partire dal 1860 con l'unità d'Italia e non, come taluni da allora con ostinata miopia ci vogliono far credere, nel 1799. Ancora io credo sia condivisibile ritenere che perchè Napoli recuperi il suo ruolo di Capitale Europea (e quindi s'inneschi il ciclo virtuoso di cui si è detto prima) sia necessario uno sforzo congiunto e sinergico di tutte le classi sociali. Ebbene mi pare che i rivoluzionari del 99 e tutti coloro che ancora si attardano a dirsene seguaci non facciano altro che alimentare una frattura interclassista che tanto fa male alla città. Molti cordiali saluti, Ing. Felice Simonelli |