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Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

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Neoborbonico

La Roma papalina in questa stagione è per il visitatore una gioia per i suoi occhi, il verde dei parchi e lo splendore dei monumenti non possono che infondere gaiezza nel cuore . Se non fossi nato duosiciliano avrei senz’altro scelto come mia terra patria quella che fu di Caio Giulio.

Roma ospita una grossa fetta di esuli napolitani che nonostante la similitudine di clima e la rassomiglianza con la nostra antica Capitale, non hanno perso il comune senso di appartenenza , lo struggente amore che trasuda dalle parole e dalla passione di questi nostri cari compatrioti esprimono attraverso i loro scritti, interventi, pensieri non lasciano dubbi sulla loro fede duosiciliana. La difficoltà maggiore in questi casi è il fare confluire questo nostro enorme incommensurabile capitale  tutto in un solo contenitore associativo o di movimento a dir si voglia.

Grazie a Dio da qualche tempo  questa operazione di  insieme e di comunità di intenti sta crescendo fino a diventarne una piacevole realtà, realtà fatta da figli della diaspora meridionale che non hanno rinnegato il loro senso identitario ma anzi che fieri alzano il vessillo duosiciliano , uomini integrati nel tessuto capitolino fino a divenirne “pezzi” di prima scelta per l’economia, la cultura, il lavoro per la capitale italica, persone che incidono nella crescita della comunità romana.

Ecco questi sono i neoborbonici che vivono a Roma,ma anche a Napoli, Milano, Reggio, Modena, Ascoli, Nola, Afragola, Caserta, Paola, e via via niente parrucche incipriate, niente carrozze con cocchieri e lacché, niente nostalgismo monarchico, né patacche da inseguire, rispettosi e fieri dello splendore borbonico ma proiettati nel futuro , un futuro neoborbonico.

Gente concreta che con il proprio esempio ha dato dimostrazione di cose è capace di fare un duosiciliano  se messo in condizione di esprimersi. Resta una patina di dispiacere che si scorge tra le loro parole perché il tutto, il loro spessore, la loro qualità non l’hanno potuta mettere al servizio della nostra Patria ma in altri lidi .

Se per qualcuno rimane la perplessità e la difficoltà di capire chi  sono oggi i neoborbonici può bastare un incontro con il nostro popolo per capire cosa veramente siamo, dove miriamo e da dove veniamo, per fare questo bisognerebbe avere spazi mediatici più ampi più consoni.

Chi è attento al corso delle cose e magari si occupa di politica, quella vera, fatta di deputati e consiglieri provinciali regionali e comunali e che tiene a cuore il riequilibrio della nazione Italia  tutto ciò l’ha già intuito, non per niente si è messo alla ricerca del movimento e apre segnali di dialogo.

Segnali evidenti di apertura al dialogo che il movimento ha riscontrato in occasione dell’incontro tenutosi a Roma con rappresentanti del MPA, corsia aperta e preferenziale per gli uomini del movimento neoborbonico. Il tutto deciso non da una sola persona , non da un vertice o da quattro amici al bar ma dai soci neoborbonici oggi di Napoli,Roma e Caserta , ieri dai nostri di Reggio Calabria e poi magari da  tutti gli altri.

Apertura di dialogo e credito che non preclude certo l’attività ultra decennale del nostro sodalizio , che è per statuto apartitico ed apolitico.

Come si usa fare in questi casi è l’iscritto, il socio, l’attivista, l’appartenente che con il proprio voto, la propria scelta deciderà se dare una svolta al movimento , sia dirigenziale che come nuovi obbiettivi.

Quale quindi migliore occasione per il popolo neoborbonico il congresso del 14 ottobre per decidere?

La “palestra neoborbonica” oggi si accinge a diventare “azienda neoborbonica” , ci sono gli uomini, ci sono i contenuti, c’è comunità di vedute e di intenti, c’è il giusto equilibrio tra “passato e futuro”, ed anche una miracolosa compattezza “aziendale”

Un inciso in conclusione, il voto per le due mozioni presentate al comitato neoborbonico di Roma e la certo non facile scelta fatta dai soci è un motivo di vanto per gli appartenenti al sodalizio, è la democrazia che esplode in tutto il suo splendore, siatene fieri di ciò compatrioti della diaspora romana, stiamo riscrivendo la storia e rimettere i binari nel senso consono, quelli deviati nel 1860 e che hanno portato il buio nelle anime e nei cuori dei napolitani, comunque vada siatene fieri di quello che avete fatto qualunque sia stata la decisione che a me personalmente è risultata più che gradita.

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