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Come vincemmo l'epica battaglia di Pian del Vino. PDF Stampa E-mail

Alcuni neoborbonici, abitanti in quella magnifica valle, fecero pervenire una lettera, alla dirigenza del Movimento, per metterla al corrente della prossima realizzazione di una  piattaforma ecologica "tecnologicamente avanzata", che avrebbe risolto in maniera definitiva il "gravissimo" problema dello smaltimento dei rifiuti, non solo per gli abitanti di quella splendida valle, ma per tutta la regione.

Pian del Vino, lo dice il nome stesso, è da tempi immemori terra di vino, che ha reso famosa questa valle perfino all'estero.

C'era una industria hi-tec a Pian Del Vino, ed una fabbrica di automobili, ma ahimè, la Signora Globalizzazione se l'è portate in terra di Cina, così tante famiglie sono rimaste senza lavoro.

I lavoratori del vino,invece erano sempre li, certo di questi tempi tanti soldi in giro non ce ne sono, però la globalizzazione non è riuscita a strappare le viti dal terreno e portarle a Singapore, a meno che non trasferiscano tutta Pian del Vino. Evidentemente secoli e secoli di radici hanno proprio inchiodato i vigneti al terreno.

Ma adesso il sindaco della nostra bella Valle dice che le viti si possono tagliare senza togliere le radici perchè tanto di sopra ci metteranno il termovalorizzatore.

La dirigenza neoborbonica è riunita in seduta straordinaria e la decisione viene fuori solo alle 2 di notte: un telegramma è già pronto per essere spedito all'indomani.

Destinatario: Colonnello Cristian, Comandante in capo della Real Armata di Terra dell'esercito Neoborbonico.

Sono le 8.00 del mattino ed il colonnello legge dalla missiva:

“Questa dirigenza ha incaricato Sua Eccellenza di organizzare e predisporre entro 3 giorni la difesa delle posizioni di Pian del Vino”

Il Telegramma conclude “Pian del Vino, non può essere perduta, costi quel che costi”

Da esperto militare qual'è il Colonnello Cristian capisce che la situazione è molto grave: Pian del Vino è un territorio molto importante sia a livello strategico che economico.

La giornata scorre in fretta e la notte fu insonne per il Colonnello, perchè pensava continuamente a come avrebbe potuto difendere la valle da un nemico che era infinitamente più forte e più numeroso e per di più con delle coperture istituzionali.

Solo alle 5 del mattino, il Colonnello si addormentò, un sorriso appena accennato apparve tra le labbra, come chi ha trovato la soluzione e fiducioso vi si affida.

Intanto in paese si era sparsa la voce che un colonnello neoborbonico sarebbe venuto ad organizzare la resistenza e così lo aspettavano incuriositi, nessuno infatti conosceva bene il Movimento Neoborbonico e rimanevano stupiti nel sapere che una cosa "borbonica" che loro avevano sempre associato a qualcosa di negativo era venuta li per aiutarli e per liberarli.

Il colonnello era in realtà già in paese da parecchie ore, solo che lui non si era fatto vedere in giro perchè non amava perdere tempo con gli omaggi della gente.

Alle 10 del mattino aveva già visitato la terza ed ultima chiesa del paese e solo allora si accorsero della sua presenza.

Uno dei sacrestani, attorno ad una piccola folla stava già raccontando di strani accordi presi tra il suo prete ed il Colonnello.

Il colonnello ed i preti stavano organizzando qualcosa, ma non era chiaro cosa, così la curiosità aumentava sempre di più.

“Il Colonnello parlava di bandiere e del crocifisso” ribadiva il sacrestano alla folla riunita attorno a lui, che nel frattempo si faceva sempre più numerosa.”Ma più di questo non ho capito”

Così passò il 2° ed il 3° giorno e tutto era già stato preparato ed organizzato dal Colonnello, anche la gente, appresi i piani del Colonnello Cristian era pronta a svolgere i compiti assegnati.

Il colonnello mi aveva telefonato, pregandomi di raggiungerlo, affinché scrivessi e facessi rapporto su ciò che lui si apprestava  a compiere.

Ci misi poco con la mia Pietrarsa Flegreo 1.7 TDI a raggiungere Pian del Vino, la prima cosa che vidi mentre mi accingevo a raggiungere la zona in cui doveva sorgere la discarica furono due altissimi pennacchi con la bandiera Borbonica e quella del Vaticano.

Tantissime erano le fiaccole che la gente si era portata dietro, ed al centro dell'area erano stati messi 3 altari e 3 preti dicevano la messa insieme nell'altare al centro.

La gente partecipava, pregando, alla funzione religiosa.

Il Colonnello mi aveva detto al telefono di aver obbligato gli abitanti della Valle a portarsi dietro tutti i crocifissi che avrebbero trovato ed infatti chi aveva in mano il crocifisso preso dalla camera dei figli e c'è chi aveva crocifissi di 1 metro e mezzo di lunghezza.

Per un attimo mi venne da ridere, perchè mi sembrava di essere nel film "La Passione di Cristo", Solo dopo cominciai a capire quale immane opera di ingegneria si apprestava a realizzare il Colonnello.

Il sole era calato da più di due ore e le prime stelle cominciavano ad apparire in cielo.

Le migliaia di fiaccole adesso sembravano tante lucciole, certo che quei preti dovevano aver superato se stessi per aver portato tutta quella gente.

Tale armonioso scenario fu rotto dall'arrivo delle camionette della polizia.Scesero i primi poliziotti in assetto antisommossa.

In 5 minuti circa 200 poliziotti presero posizioni a 50 metri dalle nostre.

Ormai erano arrivate anche le ambulanze, quasi che chi le aveva portate con se, ci volesse in qualche modo minacciare.

Tutto era stato organizzato e l'esercito nemico era già in posizione di tiro, l'ordine di attaccarci era solo questione di tempo.

“Eccolo la il nostro nemico, Eccellenza” dissi al Colonnello.

Lui afferrò un crocifisso da 50 centimentri e mi disse”Prendi un tavolo e due sedie e vieni con me”Obbedii e mi trascinai il faticoso carico per i 50 metri che ci separavano dai nostri nemici.

Arrivati dinnanzi la prima fila di caschi blu, il Colonnello chiese ad uno di loro:”Chi è il vostro capo qui?”

Ma questi non rispose, lo fece invece un collega che, con accento pugliese, indicò un uomo senza divisa, basso e con i baffi.

Era il questore Milazzo, siciliano.

Il colonnello lo salutò, ma il questore, come se già il saluto fosse una perdita di tempo,lo anticipò invitandolo a sbaraccare e di chiudere con questa storia subito affinché “le ambulanze che ci siamo portati se ne tornino vuote”

“Si accomodì Signor Questore”, disse il Colonnello facendomi cenno di sistemare il tavolo con le due sedie, “voglio dirle quale sarà la mia strategia stasera e quale vittoria noi riteniamo soddisfacente e pagante”

Il questore acconsenti ma prima si lasciò andare in un'espressione di stupore.

“Vede Sig. Questore, soggettivamente voi poliziotti siete delle brave persone, almeno quanto noi, il vostro problema è chi vi comanda.E siccome da quello che si sente, chi vi comanda sono politici venduti, corrotti, tossicodipendenti e perfino assidui frequentatori di transessuali, certo non ci sbagliamo a dire che voi non rappresentate più una democrazia, una repubblica, ma voi rappresentate, oggettivamente,Satana...”

Tra i poliziotti c'è n'era qualcuno che aveva riso, mentre il questore era sempre più stupito, non aveva mai conosciuto nessuno che gli aveva detto quelle cose.

“Quindi come faccio io a fermare Satana in persona? Semplice, con il crocifisso”indicando la croce di legno da 50 centimentri che aveva con se.

“Adesso le dico a quale vittoria noi stasera miriamo” continuò il Colonnello:

“Voi non dovete fare altro che prendere questi crocifissi”, agitando il suo “e romperli e romperceli nella testa, dopodichè dovrete spaccare quegli altari consacrati al centro della discarica, ovviamente  senza dimenticare i pennacchi con la bandiera dei Borbone e del Vaticano, tutto ciò a vista delle telecamere delle TV che noi abbiamo invitato preavvertendoli che stasera sarebbe successo qualcosa di "senzazionale"

“Allora, Signor Questore, questa è per noi la nostra vittoria, certo lei potrebbe anche scegliere di non fare nulla e far tornare i suoi uomini a casa, anche in questo caso le autombulanze tornerebbero alla base vuote”

“In ambo i casi”conclude il Colonnello Cristian ”Noi stasera viceremo”

“L'armata della Santa Fede!!!” mi scappò, dopo aver sentito le parole del Colonnello.

In effetti, pensai tra me e me, anche all'epoca gli usurpatori avevano utilizzato la maschera della democrazia e della repubblica; come opporsi a queste "nobili" istituzioni se non con la Fede, ovvero con qualcosa che sta al di sopra di esse???

Tutto ad un tratto la strategia del Colonnello mi era diventata chiara, stava adottando la strategia del Sanfedista,che oggi come allora è la sola vincente contro i delinquenti che si sono vestiti da democratici.

Contro gli estremisti che si mascherano da moderati.

Il questore si era fatto cupissimo in viso, gli era capitata nelle mani una gigantesca patata bollente e stava cominciando a maledire il giorno in cui aveva deciso di rimandare la pensione per usufruire del bonus della legge delle pensioni.

Che fare? Pensò il Questore.Non posso usare la forza e fare uno scempio sacrilego, ed essere il primo che svergogna secoli di comportamenti esemplari della Polizia d Stato.

Il Questore a quel punto scomparve.

Mentre vidi il Colonnello che riguadagnava rapidamente le posizioni oltre la discarica.

Rimasi un pò là e chiesi al poliziotto con l'accento pugliese cosa stesse facendo il Questore.

Mi rispose di averlo sentito dialogare animatamente prima con il Prefetto il quale, disse, aveva parlato anche con il Ministro dell'Interno, che era quello che più gridava al telefono.

“Sembra”continuò il poliziotto pugliese “che il Ministro ha paura di un eventuale carica della polizia, in quel contesto, perchè potrebbe essere utilizzata in maniera strumentale dai giornali dei partiti dell'opposizione per attaccare ed infangare il Governo”.

 

Capii che era arrivato l'ordine di ritirata dal mormorio in crescendo dei poliziotti i quali ad uno ad uno rompevano le righe.

Si tolsero i caschi e salirono rapidamente dentro le camionette.

Le autombulanze ripartirono, vuote.

Sono le 5 del mattino di un nuovo giorno.

La strategia del Colonnello Neoborbonico Cristian ha funzionato.

Pian del Vino è mantenuta.

 

 

saluti

Davide

Mario

Comitato Neoborbonico della Lombardia

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