Lettera al "Il Mattino" Gent.li Pietro Gargano e Antonio Lubrano, molte cose sono state dette ieri sera nella trasmissione di Santoro sulla criminalità a Napoli, molte altre se ne potrebbero dire. Io qui vorrei fare una riflessione sulle parole dette dall'ex Ministro Maroni:<più di Milano, aveva avuto anche la prima circumvesuviana(corregge Santoro: prima tratta ferroviaria d'Italia la Napoli- Portici)..............poi è successo qualcosa...........>>. Certo non possiamo imputare a Maroni leghista la mancanza di precisione sull'argomento, dovremmo infatti essere invece noi Napoletani o comunque i discendenti del Regno Duosiciliano i primi a parlare dei nostri primati d'allora: prima ferrovia, prima illuminazione a gas, primo battello a vapore, primo osservatorio vulcanico, primo ponte sospeso in ferro ecc.ecc. Ma non è questo il punto, il punto sta in quel <qualcosa>> su cui tutti dobbiamo interrogarci. Io credo che nel 1860 è come se avessimo subito uno stupro, una violenza di gruppo (tanto più violenta perche sostenuta anche da nostri "parenti", mi riferisco a coloro che tra noi Italiani del Sud ci sacrificarono allora e successivamente sull' "altare dello stato unitario a qualunque costo"), concretizzatasi anche con una sciagurata legittimazione della criminalità organizzata ed uno stato d'assedio durato fino al 1870. Credo che questa violenza sia continuata anche dopo, per esempio con la distruzione della città nella II guerra mondiale e la mancanza di successivi adeguati investimenti infrastrutturali e produttivi (come si faceva notare in un bell'articolo comparso qualche giorno fa proprio sul Mattino) e che continui in varie forme, tra cui anche la maldicenza e la disinformazione, tuttora. Come nello stupro, questa violenza si incacrenisce nell'animo e nella coscienza continuando a far danno anche dopo a causa del silenzio e/o della menzogna su di essa. Partiamo da qui, parliamone. Cerchiamo così di metabolizzarla e andare avanti trovando le soluzioni giuste. Eravamo una grande Capitale europea e avevamo un grande Stato europeo, nulla ci vieta di tornare ad esserlo insieme a veri Fratelli d'Italia e ora forse anche d'Europa. Condizione necessaria è però, a mio avviso, fare riferimento con coraggio e perchè no, con fierezza, a tutta la nostra Storia pregressa. Che ne direste di partire approfondendo la conoscenza dei presunti nostri Re più importanti che campeggiano dalle nicchie di Palazzo Reale a piazza del plebiscito a Napoli?
Grazie per l'attenzione, con l'occasione invio molti cordiali saluti, Ing. Felice Simonelli
|