Neoborbonici: sulla questione allevatori bufalini e brucellosi |
|
|
|
Dopo tre giorni di assedio finalmente è tornata la calma in Terra di Lavoro. Una singolare protesta messa in atto dagli allevatori bufalini, che pur paralizzando la nostra città, creando notevoli disagi alla popolazione, almeno è servita a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della brucellosi. Con tale manifestazione gli allevatori si sono voluti opporre all’ordinanza del Ministero della Salute del 14 novembre 2006, che impone l’abbattimento dei capi risultati positivi all’esame sierologico per la brucellosi. Abbattere però tutti gli animali positivi ( si parla di circa 100 mila capi) significherebbe perdere il patrimonio genetico fin ad oggi acquisito, di conseguenza si metterebbe notevolmente in crisi il settore caseario. Pertanto il nostro movimento auspica che quanto prima e con adeguata soluzione, venga chiusa la vertenza. In particolare ci si augura che il nuovo piano sanitario di eradicazione della brucellosi redatto dalla Regione Campania, attualmente al vaglio della Comunità europea, venga approvato. Esso prevede un abbattimento graduale e programmato dei capi positivi, che potrà così evitare il depauperamento del patrimonio genetico e di quello zootecnico. Ovviamente in tal modo si potrà garantire il ciclo lavorativo della mozzarella, che rappresenta il principale prodotto tipico della nostra provincia che continua a registrare un continuo incremento nelle vendite. La produzione di questo formaggio fresco a pasta filata, che ha ottenuto con DPR il riconoscimento del marchio con la denominazione di “mozzarella di bufala campana”e che già nel periodo borbonico garantiva lavoro a numerose maestranze, oggi rappresenta un indotto che dà impiego a migliaia di lavoratori. Inoltre, poiché la maggiore produzione di mozzarella si ha proprio nella nostra provincia, essa rappresenta per noi motivo di vanto, in quanto è ormai, al pari della pizza, conosciuta in quasi tutto il mondo. Movimento Neoborbonico “Terra di Lavoro” |