La riduzione delle aliquote fiscali può favorire la crescita e l’occupazione nelle Due Sicilie Nel 2006 si è registrato un dato positivo sul fronte dei conti pubblici italiani ovvero una riduzione del rapporto deficit/Pil maggiore rispetto alle attese, avvenuta però in gran parte grazie alla crescita economica e solo marginalmente in virtù degli interventi contenuti nella Finanziaria e di quelli poi correttivi del Governo Prodi. Purtroppo però nel 2006 si è avuto anche un forte aumento della pressione fiscale, cresciuta di ben 1,7 punti percentuali, passando dal 40,6% del 2005 al 42,3% del Pil. L’obiettivo che dovrebbe perseguire la politica di bilancio è abbastanza evidente: andrebbe ridotto il debito pubblico, soprattutto in un periodo in cui la BCE sta alzando i tassi di interesse, ma occorrerebbe soprattutto sostenere la crescita investendo in infrastrutture e riducendo le imposte sulle società. Negli ultimi dieci anni molti Paesi europei hanno ridotto le aliquote sui redditi d'impresa a seguito delle forti pressioni della concorrenza fiscale sui governi nazionali. Queste operazioni hanno avuto come obiettivo quello di far pervenire o comunque mantenere i profitti nel proprio Paese, attraendo la localizzazione produttiva delle imprese e delle attività finanziarie con l’altro positivo effetto di aumentare la base imponibile del Paese. La concorrenza fiscale nell’Unione Europea oltretutto si è incrementata ulteriormente con l'entrata in vigore dell' Euro. L'allargamento della UE nel 2004 inoltre ha impresso un' altra notevole spinta concorrenziale. Tra il 1995 e il 2007 alla riduzione di circa l0 punti percentuali dell'aliquota media dei Paesi della UE-15 è corrisposta una pari diminuzione dell'aliquota media dei Paesi entrati nel 2004 cosicché la differenza è rimasta sostanzialmente immutata. I Paesi che hanno ridotto le aliquote hanno quindi allargato la base imponibile al fine di contenere le perdite di introiti derivanti dalle riforme attuate. In verità, se un Paese riesce ad essere sufficientemente competitivo in termini fiscali, una riduzione delle aliquote può addirittura far crescere i profitti e quindi il gettito attirando investimenti e riducendo anche, eventualmente, la stessa evasione. Da quanto indicato possiamo pertanto affermare che ridurre le tasse sulle imprese significa accrescere l'attrattività di un Paese stimolando nel contempo la crescita e aumentando pertanto l'occupazione. Il Governo della Germania, consapevole di questa realtà, ha recentemente varato una importante riforma fiscale della tassazione dei redditi delle società. La Germania attualmente ha la più alta aliquota ma, a partire allo gennaio 2008, l'aliquota sui profitti verrà ridotta di ben nove 9 punti scendendo dall'attuale 39,45 al 30,90%. Ecco di seguito riportate alcune aliquote espresse in percentuale della base imponibile nei Paesi UE-25 nel 2007. In particolare sono stati indicati i Paesi con aliquota inferiore al 20,00% e quelli del Sud Europa: Cipro (10,00), Irlanda (12,50), Lettonia e Lituania (15,00), Ungheria (17,56), Rep. Slovacca e Polonia (19,00), Grecia (25,00), Portogallo (27,50), Malta e Spagna (35,00), Italia (37,25), Media UE-15 (29,15), Media 10 Paesi nuovi entrati (19,96).
Detto ciò si delineano facilmente i possibili futuri scenari competitivi per le Due Sicilie:
1) creazione della Macroregione “Due Sicilie” grazie alla fusione delle Regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia resa possibile dall’art. 132 della Costituzione italiana. I Comuni delle Province del Lazio (Frosinone, Latina e Rieti) appartenenti alle Due Sicilie (quali per esempio Gaeta, Sora, Cittaducale, Formia, Cassino) possono essere altresì aggregati alla Macroregione dal momento che ciò è consentito dallo stesso art. 132 2) richiesta, da parte della Macroregione “Due Sicilie”, di una particolare forma di autonomia secondo un nuovo statuto speciale adottato con legge costituzionale (vedi art. 116 C.I.)
Il Friuli-Venezia Giulia, Regione a statuto speciale, riduce di un punto percentuale l’Irap alle aziende che investono nel suo territorio ed occupano più personale rispetto alla media dei tre anni precedenti. Le Province di Rovigo e Treviso chiederanno la secessione dal Veneto per confluire nel Trentino-Alto Adige, altra Regione a statuto speciale che ha una più favorevole forma di tassazione rispetto alle Regioni a statuto ordinario. Dal punto di vista costituzionale quindi qualunque passo è possibile.
Se le Due Sicilie avessero una tassazione sulle imprese, per esempio, inferiore al 20% (vedi Irlanda ed atri) o comunque in linea con altri Paesi del Sud Europa (vedi Grecia o Portogallo) attrarrebbero sicuramente più investimenti dall’estero e garantirebbero maggiore occupazione alla propria gente. E’ ora di iniziare a convincerci di questa basilare verità e di spingere le forze politiche, vecchie o meglio ancora nuove, a confrontarsi con lo Stato italiano sui temi su esposti.
Luca Longo |