Il commissario per l’emergenza rifiuti, nonché capo della, protezione civile è arrivato a Caserta non molto tempo fa a spiegare ad una tribù di trinariciuti il dovere di obbedire agli ordini superiori. Al di là delle ovvie ragioni politiche ed economiche che reggono il gioco perverso dei rifiuti in Campania il dottor Bertolaso ha messo del suo nella vicenda. Un atteggiamento altezzoso vagamente coperto da una patina di condiscendenza ipocrita ha aleggiato nella sala del teatro Comunale. Il signore delle discariche ha confessato la stanchezza per l’arduo compito di raddrizzare la crisi campana alimentata dalla disastrosa condotta degli indigeni anarchici e riottosi ma allo stesso tempo ha rivelato la sua inossidabile decisione di proseguire ad ogni costo. Il punto cruciale del discorso è stato, nel momento in cui rimproverando la platea di minus habens, ha chiesto che si lavorasse finalmente. Un tono da monsù Brambilla che si rivolge a pelandroni meridios per dirgli di rigare dritto. Evidente il fastidio in riferimento alle tante chiacchiere sulla legalità, salute, progetti economici sollevati dai convenuti, eredi di popoli ciarlieri e retorici. Bertolaso ha mostrato il consueto atteggiamento dei tecnici del nord che vengono a disporre ed a strafare sulla nostra presunta inerzia, sbeffeggiando la gente del sud e portando a casa un bel gruzzolo. Per il commissario la soluzione è nell’ammucchiare immondizia, togliendola dalla vista più immediata e gli sembra strano che qualcuno commenti negativamente tali grandiose operazioni. Invece di valutare le criticità, capire le questioni,pensare alle soluzioni vere si procede nel peggiore dei modi, condendo il tutto con l’arroganza del proconsole che va a guidare i colonizzati. Di tutto questo bisogna ringraziare una classe dirigente nostrana che senza problemi potremmo definire criminale. Un gruppo politico locale che sta distruggendo le basi della vita e dell’onore campano, che ha speso milioni di euro senza risolvere il problema rifiuti. Bertolaso non ha soluzioni alla nostra crisi, ne ha voglia di trovarle, gli piace fare il gallo sull’immondizia, come dice un vecchio detto. Razzola e gonfia il petto di fronte alle galline che aspettano il salvatore o agli ideologizzati in servizio permanente effettivo che vedono positivo tutto quello che è unto da Prodi. Gli stessi che avrebbero fatto la rivoluzione contro le discariche se erano targate destra e che oggi le accettano perché sono con l’imprimatur di Prodi. Caserta in tutto questo è un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro. Di metallo sono gli altri capoluoghi della regione che non mollano e non indicano discariche ma schierano i loro pezzi da 90 in difesa anti Bertolaso. Così il capoluogo di Terra di Lavoro rimarrà la sola terra di mondezza aperta a tutti , grazie anche alle nostre sinergie sinistrorse con Bassolino tanto vantate dai nostri sindaco e presidente della provincia. La prospettiva e l’azzeramento del quartiere dell’ex Saint Gobain ma anche la distruzione della vivibilità del quartiere Acquaviva, di Tredici, Falciano e S.Benedetto. E’ questo il regalo di Prodi per il convegno di Caserta…… Pasquale Costagliola |