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Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

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A proposito di coesione e azione. PDF Stampa E-mail
Cari Neoborbonici,

per l'ennesima volta, dopo aver letto un altro degli incisivi e vibranti interventi di Alessandro, non posso non essere d'accordo con le sue istanze e chiedermi, a mia volta: ma cosa vogliamo essere, nell'ormai corrotto, asfittico e non più proponibile panorama politico che caratterizza la penisola italiana? E cosa possiamo aspettarci dai "politici" e dagli "intellettuali" di estrazione meridionale al soldo dei vari PATRONES padan-massonici?
Alcune proposte, nel mio piccolo, le ho già avanzate in precedenti interventi; e quindi non starò a ripeterle. Una cosa, però, voglio dire con forza: BASTA CON L'IMMOBILISMO!
Anche se sono l'ultimo arrivato (in quanto ho scoperto da poco il Movimento Neoborbonico), e quindi la persona meno indicata a prendere posizioni di sorta, non mi regge il cuore a vedere che gli eredi di quella grande Nazione capace di splendide e clamorose azioni (da quella dei Vespri a quella di Masaniello a quella dei Sanfedisti) oggi se ne stia ancora ad aspettare che tra essa spunti, come per miracolo, un condottiero capace di guidarli verso chissà quali destini.
No! Non è così che il Sud, che il Popolo duosiciliano, che la nostra Nazione troverà la soluzione dei suoi problemi. Non è così che si creano i presupposti per cominciare ad avere un peso nell'odierno sistema politico-istituzionale. I leader, i personaggi carismatici, non nascono all'improvviso, ma si formano attraverso un necessario percorso caratterizzato innanzi tutto da comunità di intenti dei simpatizzanti e zelatori di una qualsivoglia causa. Essi si possono individuare solo attraverso un progressivo e continuo processo di crescita e sviluppo di una formazione politica compatta e ben determinata nel perseguimento di un preciso obiettivo. Il quale, ora come ora, assodato che abbiamo ritrovato un'identità, una storia, una Patria e una cultura comuni, dovrebbe essere, a mio modesto avviso, quello di creare un movimento unitario capace di mandare in Parlamento rappresentanti duosiciliani D. O. C., e non gli pseudo e sedicenti rappresentanti meridionali odierni.
Qualcuno potrà facilmente osservare, a questo punto, che le mie sono belle parole, ma che nei fatti la questione è molto più complicata. Sì, è vero: è fin troppo facile parlare su quello che si dovrebbe fare, senza avanzare, poi, una proposta degna di tal nome. Ma il sottoscritto non ha mai avanzato una critica senza proporre nulla per supportarla; pertanto anche stavolta dirà la sua, giusta o sbagliata che sia.
Molti parlano di Bossi, di lega (per quest'ultima mi rifiuto di usare l'iniziale maiuscola!), di "padani" uniti nelle loro pseudorivendicazioni, auspicando che accada altrettanto tra il Popolo del Sud. A costoro e a ognuno io rispondo che Bossi e soci si sono rimboccati le maniche e hanno saputo trovare un percorso unitario malgrado le loro intrinseche divisioni, tuttora palesi. Si sono inventati una "patria" virtuale come la padania, degli antenati più o meno credibili come i Celti, perfino un "parlamento del Nord".
Noi Neoborbonici, invece, che grazie al cielo non abbiamo bisogno di inventarci patrie virtuali, poiché il Regno delle Due Sicilie, e prima ancora il Regno di Napoli, sono state una splendida realtà della penisola italiana; noi Neoborbonici, che non abbiamo bisogno di inventarci discendenze pseudo-storiche, poiché tra Sanniti, Bruzii, Siculi, Vestini, Marrucini, Peligni e compagnia bella avremmo solo l'imbarazzo della scelta (e a tal proposito, è perfino superfluo ricordare che la parola "Italia" è comparsa per la prima volta proprio nelle nostre terre); noi Neoborbonici, che all'epoca in cui in altre contrade della penisola italiana c'erano al massimo Parlamenti cittadini o Ducati di modesta estensione, avevamo una forte, consolidata e civilissima istituzione monarchica; noi Neoborbonici, insomma, cosa aspettiamo a concretizzare il nostro progetto politico (ammesso, a questo punto, che ne possediamo uno, come giustamente ha notato Alessandro)?
Sì, è vero: i "lumbard" bossiani avevano e hanno alle spalle fior di industriali che li foraggiano. Ma questa non può né deve essere ragione di sconforto per noi. Anzi, deve essere un ulteriore stimolo nel perseguimento dei nostri obiettivi.
Insomma, per non starla a fare lunga: io non so se e quanto potrà durare l'attuale governo guidato da Prodi. Tuttavia ritengo che al momento la cosa più urgente da farsi, da parte di noi Duosiciliani, sia la creazione di un movimento politico da far scendere in campo alle prossime politiche. Non mi pare che ci vogliano chissà quali risorse economiche, per registrare presso il Tribunale un marchio, un logo o quant'altro. Né mi pare che ci dovrebbero essere difficoltà di sorta, per individuare un gruppo di persone volenterose pronte a stendere un documento programmatico e a candidarsi in ogni regione del Sud. Questo, sempre che vi sia una consistente fetta di popolazione pronta a votare un ipotetico M. R. S. (Movimento per la Rinascita del Sud) o qualsiasi altro soggetto politico si desideri creare.
Bisogna evitare a tutti i costi di votare a personaggi politici che militano nei cosiddetti partiti e movimenti tradizionali, poiché da essi non verrà mai niente di buono per noi (semmai ci fosse bisogno di rimarcarlo). E bisogna fare il salto di qualità di cui parlava Alessandro. Una volta per tutte!
Direte, forse, che tutti sono buoni a lanciare proclami, ma che nei fatti, poi, nessuno vuole impegnarsi. Ebbene, il sottoscritto, sin da questo momento, pur riconoscendo i suoi limiti e le proprie debolezze, non esita a mettersi al servizio della causa neoborbonica, se ciò può servire a farci diventare un soggetto concreto e non più una sorta di emanazione ectoplasmatica.
Di più, sinceramente, non posso fare né dire.
Scusandomi con tutti, nel caso avessi urtato la loro suscettibilità,
invio un fraterno saluto ai Neoborbonici ovunque dispersi.
Gabriele Falco
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