Articolo scritto dal prof.Gabriele Marzocco e pubblicato su "Il Mattino" del 24 aprile nella sezione "Ditelo al Mattino" diretta da Pietro Gargano. Pregiatissimo dottor Gargano, leggo la sua risposta all'ingegner Lorenzo Degl'Innocenti. Le premetto che non sono un fanatico nostalgico del periodo borbonico, e che non ho nessuna difficolt? a riconoscere che il Sud, anche prima dell'Unit? d'Italia, aveva tante cose che non funzionavano. Molti storici di parte hanno preteso che il Sud fosse la palla al piede dell'Italia, la sua parte pi? arretrata: e questo (le risparmio l'elenco dei primati) ? falsissimo. Non pretendo di affermare (e potrei farlo) che il Regno di Napoli fosse lo Stato pi? avanzato e meglio governato della Penisola: mi accontento di dire che, se in alcuni campi primeggiavamo e in altri zoppicavamo, comunque non sfiguravamo nel confronto con gli altri Stati italiani: nessun complesso d'inferiorit?, dunque. Mi vuol spiegare allora che c'entra Jesse White Mario? Non era una storica, ma un'invasata che aveva seguito Garibaldi nella sua avventura (lautamente finanziata e spalleggiata da Piemonte ed Inghilterra) in Sicilia e poi nel Sud continentale. La White nel 1876 avrebbe descritto Napoli come una citt? dove la miseria raggiungeva punte raccapriccianti? Potrei risponderle che in queste descrizioni di una Napoli misera c'? sempre stata una forte esagerazione, dovuta all'altrui piacere nell'evidenziare le cose che non vanno (a cui corrisponde spesso il nostro gusto autodenigratorio); in quella Napoli c'erano anche tante miserie materiali e morali, sicuramente, per? in quantit? e soprattutto qualit? inferiori a quelle da cui siamo sommersi oggi. Se lei cita la White per Napoli, io posso citarle Jack London, che agli inizi del 1900 condusse un'inchiesta sull'abominevole povert? nell'East End di Londra. Erano quartieri che evidentemente la White non frequentava, preferendo parlare della miseria di Napoli, capitale detronizzata. E per quanto riguarda le spaventose condizioni di miseria in cui a fine Ottocento vivevano anche i contadini della Lombardia e del Veneto, consiglio la lettura della Storia economica d'Italia nel secolo XIX, 1815-1882, di Mario Romani (in particolare le pagine che documentano l'alto numero di furti campestri dovuto alla fame, la povert? delle abitazioni della Brianza, la diffusione della pellagra e altre malattie da denutrizione); per la miseria dei contadini toscani, in particolare del Grossetano, le ricordo le novelle realistiche di Renato Fucini. Per favore, smettiamola di pensare di essere sempre i pi? miseri e i pi? sfortunati del mondo, o di aver avuto un governo, quello di Ferdinando II, che sarebbe stato la ?negazione di Dio eretta a sistema?. C'? stato di molto peggio, dottor Gargano. Se avessimo avuto la possibilit?, negataci dall'invasione e conquista piemontese, di risolvere da noi i nostri problemi, non pensa che forse le cose non sarebbe al punto miserrimo in cui sono? La storia ovviamente non si fa coi ?se?, ma sicuramente non dobbiamo vergognarci del nostro passato. Gabriele Marzocco - NAPOLI Jesse White Mario c'entra perch? condusse un'inchiesta sociologica obiettiva, andando di persona a verificare, fornendo fatti e cifre. Vide le stesse "scarrafunere" descritte da Salvatore Di Giacomo da giornalista prima ancora che da poeta, la stessa pena. Scrisse che Napoli era pi? povera di Londra; esager?? Non so. Odio i piagnistei, temo per? maggiormente le esagerazioni di tipo opposto, il negare strazi, orrori ed errori. Non si tratta di vergognarsi del passato, ma di tentare di ricostruire la verit?. E pur non amando i Savoia resto convinto che l'Unit? d'Italia fosse una necessit? giusta. Magari avesse vinto Mazzini, che voleva la repubblica (Risposta di Pietro Gargano). |