La storia quando si ripete diventa farsa. Questa affermazione attribuita al barbuto di Treviri di nome Mordecai,in arte Marx, è certamente suggestiva oltre che veritiera. Così all’uomo di Predappio che parlava a Piazza Venezia è seguita la nipote labbrona che calca con nonchalance le scene di media set guerreggiando non con la perfida Albione ma con Sgarbi…In questo tripudio del kitsch trovano grande spazio gli epigoni de i Savoia, casa decaduta e assurta agli onori (sic) del gossip oltre che alle cronache giudiziarie. Un fatto peraltro che data lungo tempo e che trova episodi clamorosi tipici di giornali confidenziali. Storie squallide per l’angolo del barbiere a cui certamente non può essere sprecata attenzione ed energia di gente seria. Il risorgimento è sempre incombente con i suoi miti incapacitanti ed i Savoia l’hanno incarnato in buona parte ma la storia corre in fretta e lascia tante vittime sulla sua scia, non solo fisiche ma anche morali. Oggi i Savoia per l’Italia sono solo una curiosità o meglio una pruderie. Il Sud ha altri problemi che il ritorno del principe dei sottaceti. Certamente va acclarata la responsabilità storica di un processo di colonizzazione ma attualmente i coronati di Hautecombe sono delle macchiette e chi ci va dietro ne perde in credibilità. Fare la guerra agli ex monarchi è una fatica inutile, altri nemici premono o dilagano per le terre del Sud, disoccupazione, deindustrializzazione, criminalità, emigrazione, crisi ambientale, mancanza di strutture, droga etc. Accanirsi sugli epigoni sfrattati del re di maggio significa entrare nella farsa come comprimari, la storia corre veloce e guai a chi si attarda. Le dinastie sono oramai un circuito per cultori, un fatto importante quanto si vuole, ma che non ha nessuna presa sul reale. Occorre studiare, scrivere del passato, usarlo anche come mito impersonale, trasfigurarlo nelle categorie generali ma senza identificarlo con spauracchi anacronistici e soggettivizzati. Pasquale Costagliola |